Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
14/11/2021 06:00:00

Italia in debito verso i migranti. E sono i più colpiti dalla crisi Covid. I numeri in Sicilia e nel Trapanese

Costano 27,5 miliardi di euro al welfare italiano. Ma ne portano oltre 28 nelle casse dello Stato.
Però i migranti regolari sono i più colpiti dalla crisi del Covid, con più posti di lavoro persi e meno protetti dagli ammortizzatori. E’ quanto emerge dal rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione della Fondazione Leone Moressa.


Anche le ultime stime confermano che i migranti contribuiscono al welfare italiano in maniera maggiore di quanto ne beneficino.
Però, tra scelte politiche e un quadro economico aggravato dalla pandemia, il quadro nel futuro potrebbe cambiare, soprattutto se la ripresa economica non dovesse essere inclusiva per gli oltre 5 milioni di stranieri residenti in Italia.

I dati
I dati della Fondazione Moressa sono stati elaborati sulla base delle dichiarazioni dei redditi 2020 e descrivono quindi la situazione relativa al 2019, prima dell’avvento del coronavirus. I contribuenti stranieri in Italia sono 2,3 milioni e nel 2020 hanno dichiarato redditi per 30,3 miliardi e versato Irpef per 4,0 miliardi. Sommando le altre voci di entrata per le casse pubbliche (Irpef, IVA, imposte locali, contributi previdenziali e sociali, ecc.), si ottiene un valore di 28,1 miliardi. Dall’altro lato, si stima un impatto per la spesa pubblica per 27,5 miliardi. Il saldo, dunque, è positivo (+600 milioni). Gli stranieri sono giovani e incidono poco su pensioni e sanità, principali voci della Spesa Pubblica. Ma i lavori poco qualificati e la poca mobilità sociale possono portare nel lungo periodo ad un peggioramento della situazione.

 


Stranieri stabili, ma natalità in calo
Dopo i forti aumenti dei primi anni 2000, la popolazione straniera in Italia è sostanzialmente stabile dal 2014. Oggi gli stranieri residenti sono 5 milioni, l’8,5% della popolazione (e superano il 10% in molte Regioni). Tuttavia, da 10 anni cala la natalità e nel 2020 è aumentata la mortalità (effetto Covid). Il saldo migratorio (differenza arrivi-partenze) è ancora positivo, ma a livelli più bassi che in passato.

 

Crollo degli ingressi per lavoro
Se fino al 2010 si registravano più di 500 mila nuovi Permessi di soggiorno ogni anno, negli ultimi anni si è registrato un calo drastico. E nel 2020 si è toccato il picco minimo, con (solo) 106 mila Permessi. Di questi, la maggior parte è per motivi familiari (58,9%), mentre quelli per lavoro sono appena 10 mila (meno del 10% del totale).

 

Lavoratori stranieri più colpiti dall’emergenza Covid
Gli occupati stranieri in Italia nel 2020 sono 2,35 milioni, in calo (-6,4%) rispetto al 2019 (per gli Italiani la variazione è stata -1,4%).
Tra i 456 mila posti di lavoro persi nel 2020, un terzo riguarda lavoratori stranieri, in prevalenza donne.
Per la prima volta, quindi, il tasso di occupazione degli stranieri (57,3%) scende al di sotto di quello degli italiani (58,2%).
L’imprenditoria immigrata non conosce crisi. La crisi Covid non ha fermato l’espansione di imprese a conduzione immigrata. Nel 2020 gli imprenditori nati all’estero sono 740 mila, pari al 9,8% del totale e in aumento rispetto al 2019 (+2,3%). Rispetto al 2011, i nati all’estero sono aumentati del 29,3%, mentre i nati in Italia hanno registrato un -8,6%. Le nazionalità più numerose sono Cina, Romania, Marocco e Albania, ma la crescita più significativa si registra tra i nati in Bangladesh, Pakistan e Nigeria. L’incidenza maggiore si registra nell’edilizia (16,0% degli imprenditori del settore).

I numeri in Sicilia e in provincia di Trapani
In Sicilia sono 76 mila gli immigrati regolari occupati, rappresentano il 3,3% sul totale nazionale, e il 5,7% del totale regionale.
Anche nella nostra regione la crisi da Covid ha avuto un'impatto nell'occupazione degli stranieri. In Sicilia il tasso di occupazione degli stranieri dal 2019 al 2020 è diminuito del 6,7%, mentre c'è stata un lieve aumento dello 0,2 degli italiani. Sono però cresciuti del 2,5% gli imprenditori immigrati. In provincia di Trapani gli imprenditori stranieri sono 2819, rappresentano il 5,4% del totale, in un anno sono aumentati del 9,3%, negli ultimi 10 anni invece sono aumentati del 42,2%, il dato più alto in Sicilia. Il reddito medio degli stranieri residenti in provincia di Trapani è di 9280 euro, poco più basso della media regionale di 10.990 euro. Ed è di quasi 7 mila euro in meno la differenza con il reddito medio dei nati in Italia residenti in provincia di Trapani.