Tutte le novità elettorali che hanno riguardato negli ultimi giorni la città di Palermo, chiamata al voto nel maggio 2022, stanno creando molti malumori.
Ad irrompere nello scenario dei tantissimi candidati è la corsa a sindaco di Davide Faraone in quota Italia Viva, a lanciare la candidatura lo stesso Matteo Renzi dal palco della Leopolda.
Gli strascichi continuano a farsi sentire, dureranno ancora molto ma soprattuto avranno delle ripercussioni all’interno dello stesso partito renziano, da una parte Edy Tamajo che, da leader di Sicilia Futura, rivendica la sua centralità nell’appartenere ad uno schieramento già allineato con Gianfranco Miccichè e quindi con Forza Italia, lista peraltro che dovrebbe accogliere Tamajo per le prossime regionali.
Le amministrative di Palermo infatti preludono e annunciano le coalizioni per le regionali, le une sono interconnesse con le altre.
C’è, intanto, chi parla di un accordo sottobraccio tra i berlusconiani e i renziani, i primi appoggerebbero Faraone nella corsa a sindaco di Palermo, i secondi appoggerebbero la candidatura del fratello di Miccichè, Gaetano, alla presidenza della Regione.
Giochi e voci che vengono smentite dallo stesso presidente dell’Ars: "Basta Farneticazioni. Ogni ora che passa, leggo uscite deliranti di vari ipotetici candidati a sindaco di Palermo. Si favoleggia di inesistenti contraccambi per la presidenza della Regione. Non si capisce quale sia il motivo di volere danneggiare a tutti i costi la coalizione di centrodestra con inutili fughe in avanti. Sarebbe opportuno fare tutti un passo indietro e tornare alla politica vera”.
In questa baraonda la Lega non si spacca, nonostante qualcuno ritenga il contrario, ma lancia un segnale a Forza Italia e agli alleati: il centrodestra resti unito oppure ognuno si autodeterminerà, ma questo significa solo che la sconfitta verrà servita in men che non si dica.
Una cosa è certa, in questo momento la somma dei candidati sindaco supera l’immaginazione e la fantasia politica, ed è di ieri la notizia che in campo c’è anche Totò Lentini, capogruppo dei Popolari e autonomisti all’Ars, pronto a fare le primarie.
Non appassionato a queste manovre è Giangiacomo Palazzolo, sindaco di Cinisi e membro del comitato nazionale di Azione: “Non siamo interessati al numero dei candidati o alle manovre dei partiti, a Palermo ci confronteremo solo sui programmi. Ammucchiate, patti dei paccheri, grandi centri sono argomenti lunari. La triste realtà è che ci sono troppe ambizioni e neanche una paginetta di programma”. Azione anche a Palermo sarà alternativa a sovranisti e populisti e lontana dai pasticci politici. Ci confronteremo solo con i riformisti e con quanti hanno un programma vero per la rinascita della città“.
Rossana Titone