Ricordiamoci bene la data del 25 novembre, una data che ha visto il peggiore consiglio comunale di tutti i tempi a Marsala, pieno di retorica, intriso di banalità e di luoghi comuni.
Accade tutte le volte in cui si maneggiano argomenti senza averne competenze e contezza, accade quando sia il consiglio comunale che l’amministrazione decidono di non porre in essere alcuna vera e concreta azione, se non l’illuminazione di rosso di Palazzo VII Aprile, per parlare di violenza contro le donne. Come se bastasse.
Accade questo quando si decide, da soli, di definirsi tanto bravi da non avere bisogno di confrontarsi con gli altri. E allora la figuraccia è dietro l’angolo, anzi sotto i riflettori di tutti.
Gli interventi che si sono susseguiti in aula sono stati ridicoli e pieni di nulla, forse era meglio tacere in alcuni casi. Poi la perla ce la servono proprio le quattro donne presenti in consiglio, Rosanna Genna, Elia Martinico, Vanessa Titone, Eleonora Milazzo, che ricordano tra i femminicidi che quello di Nicoletta Indelicato, non sapendo evidentemente che la povera ragazza è stata uccisa non dal compagnano o dal fidanzato. Accade quando non si conosce la differenza tra omicidio e femminicidio.
Il top lo raggiunge la consigliera, pure vice presidente dell’aula, Eleonora Milazzo che mischia la giornata del 25 novembre con il tema dell’aborto, sciorinando le motivazione che l’hanno portata a non firmare quell’atto di indirizzo, prendendosela con la sinistra. Annaspa e dice una serie di banalità, le tematiche femminili sono così delicate e importanti che bisogna parlarne con cognizione di causa e con argomentazioni, quelle che la stampa, presa di mira dalla consigliera. Il fatto è che l’atto di indirizzo che menziona, riguardante l’applicazione della legge 194 sull’interruzione volontaria della gravidanza, ai cittadini non interessa se la consigliera non lo abbia firmato per problemi personali, il dato è che quella firma non c’era. Poi è spuntata. Forse. E poi cade in contraddizione: sono battaglie per le donne che non devono riguardare le sigle politiche, e allora perché cita la battaglia etichettandola di sinistra?
Quattro donne in consiglio che non riescono a fare un discorso compiuto sulla prevenzione, sul dialogo, sulla lotta alla violenza economica e psicologica. Non riescono a fare un intervento con i dati freddi ma veri sulle 109 donne uccise dall’inizio dell’anno e sulla percentuale enormemente aumentata dei maltrattamenti in tempi di pandemia.
In consiglio a dimostrare di essere dalla parte delle donne è il consigliere Piero Cavasino di Liberi, è stato prelevato e votato favorevolmente l’atto di indirizzo con cui si chiede all’ASP di far applicare la legge che prevede per le donne l’esercizio di un diritto: quello di abortire entro i termini previsti dalla norma, chiedendo la presenza a Marsala di medici non obiettori di coscienza. Si tratta di dare seguito a ciò che esiste per legge nazionale.
Intanto indiscrezioni di palazzo dicono che a dicembre non ci sarà alcun rimpasto di giunta, del resto i nomi da sostituire creerebbero imbarazzo e disequilibrio politico. Come farebbe il sindaco Massimo Grillo a sostituire Oreste Alagna, i malumori maggiori sono su di lui, visto che lo ha fatto dimettere da consigliere comunale? Altri nomi in bilico sono quelli di Antonella Coppola, portata in giunta da Flavio Coppola, e di Michele Gandolfo. Il rimpasto, dicono i ben informati, è stato solo rimandato anche in vista delle regionali, soprattutto in considerazione del fatto che molti equilibri sono cambiati: l’UDC esprime un assessore in giunta e una vicepresidente del consiglio a fronte però di appena due consiglieri comunali.
Rossana Titone