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02/12/2021 06:47:00

Anche in Italia c'è l'ok per il vaccino Covid ai bambini 

 Com’era atteso, l’Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA) ha recepito l’indicazione già espressa dall’EMA, l'agenzia europea,  e ha esteso l’uso del vaccino BioNTech-Pfizer ai bambini tra i 5 e gli 11 anni. Sono previste due dosi, a distanza di tre settimane. Il vaccino dedicato è diverso, per posologia, rispetto al prodotto usato per gli adulti: il dosaggio è ridotto a un terzo, con diversa concentrazione.

Già alcune settimane fa, dopo l’autorizzazione alla vaccinazione dei bambini negli USA la Società Italiana di Pediatria aveva auspicato che al più presto anche i bambini italiani potessero avere accesso al vaccino. 

L’analisi rischi/benefici è stata condotta dagli esperti degli organismi competenti e ha portato le agenzie regolatorie ad affermare, sulla base delle evidenze scientifiche, che i benefici individuali del vaccino superano i possibili rischi, per tutti i bambini.

I dati disponibili, afferma l'Aifa, "dimostrano un elevato livello di efficacia e non si evidenziano al momento segnali di allerta in termini di sicurezza". L'Aifa rileva come "sebbene l'infezione da SARS-CoV-2 sia sicuramente più benigna nei bambini, in alcuni casi essa può essere associata a conseguenze gravi, come il rischio di sviluppare la sindrome infiammatoria multisistemica, che può richiedere anche il ricovero in terapia intensiva".

A raccomandare fortemente la vaccinazione per questa fascia di età sono anche i pediatri che, in un documento delle società scientifiche di riferimento ai genitori, sottolineano l'opportunità di vaccinare i bambini con il vaccino a mRna. La raccomandazione è ancora più forte, affermano, se il bambino soffre di patologie croniche, e se convive o ha contatti stretti con adulti anziani o fragili. E l'Agenzia europea per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc) sottolinea che i bambini tra 5 e 11 anni che sono a rischio di forme gravi di Covid dovrebbero essere considerati un gruppo prioritario, come avviene in altri gruppi di età, ma che "anche i bambini senza fattori di rischio noti sono suscettibili di malattie gravi e di ospedalizzazione".