La fragilità del nostro territorio, una manutenzione che si attendeva da tempo, la piena del fiume che ha dato il colpo di grazia. Sta lì, chinato su se stesso il ponte sul San Bartolomeo, tra Castellammare ed Alcamo, crollato nei giorni scorso dopo la piena del fiume che attraversa.
Un ponte che crolla non è mai facile da gestire e da somatizzare: il ponte collega, unisce territori e persone. E quando un’infrastruttura del genere crolla mette a nudo tutta la fragilità di un territorio e delle sue opere. Si è parlato molto in questi giorni di ondata eccezionale di maltempo, ma chi macina chilometri, chi attraversa città, strade, e ponti sa che le nostre infrastrutture, quand’anche sono costruite a regola d’arte, aspettano da anni interventi di manutenzione. Così come da anni si aspettano interventi di consolidamento contro il dissesto idrogeologico. Interventi necessari, per sopravvivere ad una natura che si ribella alle nefandezze dell’uomo. Basti pensare che l’88 percento dei Comuni italiani è a rischio idrogeologico, e oltre 7 milioni di persone nel nostro Paese vivono sopra le frane. Dal 1997 ad oggi nei cassetti degli enti pubblici italiani sono conservati piani per quasi 9 mila interventi contro il dissesto, per 27 miliardi di euro. Ma solo il 10% è arrivato ad una fase progettuale. In questo contesto si inserisce ogni discussione sulle infrastrutture, e soprattutto sul Pnrr che dovrebbe servire anche per ponti, strade e reti idriche e metano (e pensiamo a quanto successo a Ravanusa).
In questo contesto si si inseriscono le discussioni sul ponte San Bartolomeo che sono partite già all’indomani del crollo, che per pochi centimetri non ha rischiato di far parlare dell’ennesima tragedia.
"È impensabile sostenere che ponti e strade crollino per le piogge. La realtà è che il maltempo infligge il colpo di grazia a infrastrutture, per lo più, abbandonate e in cui non si effettua, da anni, alcun tipo di manutenzione".
A intervenire dopo il crollo a Castellammare del Golfo del ponte San Bartolomeo, lungo la Statale 187, sono la segretaria generale della Cgil di Trapani Liria Canzoneri e il segretario della Fillea Cgil Enzo Palmieri.
"In provincia di Trapani - dicono i segretari Canzoneri e Palmeri - le strade interne sono dissestate, piene di buche, con l'asfalto saltato, mentre i ponti hanno i pilastri ammalorati. I controlli e la manutenzione sono indispensabili e urgenti per garantire la mobilità in sicurezza ed evitare tragedie".
Dopo il cedimento del costone del litorale di Pizzolungo, che sostiene la strada provinciale Trapani-Bonagia e il crollo del ponte San Bartolomeo, che si aggiungono ai crolli e agli smottamenti degli scorsi anni, la Cgil lancia l'allarme, invitando gli organi competenti ai controlli, per il ponte di accesso a Castellammare del Golfo e per la strada Statale 188, che da Marsala conduce fino a Lercara Friddi, chiusa in più tratti, dallo scorso novembre, per cedimento e frana al costone roccioso. "Queste sono solo un paio di infrastrutture, al netto delle strade invase dai detriti e dal fango - concludono Canzoneri e Palmeri - sotto la lente di ingrandimento, ma è indispensabile attivare un'azione di controllo in tutto il territorio trapanese per porre fine all' inaccetabile abbandono di strade e ponti che quotidianamente sono percorsi anche dai mezzi pesanti".
La Cgil e la Fillea Cgil hanno già chiesto un incontro in Prefettura, con i rappresentanti dell'Anas, del Libero Consorzio comunale di Trapani e con tutti gli organi competenti.
Si incontreranno domani, mercoledì 15 dicembre, invece i rappresentanti dei comuni di Castellammare ed Alcamo, per un consiglio comunale congiunto in seduta straordinaria.
I due consigli comunali analizzeranno la grave situazione in cui versa il territorio dei Comuni di Castellammare del Golfo ed Alcamo dopo il cedimento della pila centrale del ponte sul San Bartolomeo, fiume per la seconda volta in piena per le copiose e continue piogge della giornata e dei giorni precedenti che hanno causato smottamenti ed episodi franosi in più aree.
Con il cedimento del ponte sul fiume San Bartolomeo sulla statale 187, si è praticamente interrotto il collegamento viario tra le città di Alcamo e Castellammare del Golfo poiché l’arteria è percorribile in minor tempo rispetto ad alternativi percorsi che non consentono di raggiungere velocemente le due località a vocazione turistica, causando un notevolissimo disagio negli spostamenti e conseguente danno economico.
I presidenti hanno invitato a partecipare al consiglio comunale gli enti interessati quali Anas e genio civile, nonché la deputazione nazionale, regionale ed europea del territorio.
Intanto il sindaco di Castellammare del Golfo, Nicolò Rizzo afferma che «l'attenzione sul territorio e sulle infrastrutture da parte di tutti gli enti resta massima e l'allerta maltempo sta causando disagi e difficoltà su più aree del comprensorio. Il proprietario del ponte è l'Anas ed il Comune ha la competenza per la manutenzione ordinaria della strada. In una recente conferenza è emerso che l’Anas starebbe già procedendo con la progettualità del nuovo ponte. Molto probabilmente infatti, il ponte crollato sarà demolito. Inoltre si sta monitorando il cedimento perché potrebbe avvenire un ulteriore crollo del ponte sul fiume».
«Invito a non creare allarmismi su altri ponti poiché in rete sono state diffuse le foto di altre strutture non siciliane in riferimento all'altro ponte San Bartolomeo, sulla SS 731 che conduce fino allo svincolo autostradale -indica il sindaco Nicolò Rizzo-. Inoltre in alcune foto inviatemi è stato evidenziato il pilone del ponte san Bartolomeo. Sottolineo che si tratta di due strutture totalmente diverse poiché il pilone indicato che si trova vicino al fiume è stato progettato in maniera totalmente differente da quello crollato. Fino a sabato mattina sono stati effettuati dei monitoraggi. Rimaniamo comunque in allerta chiedendo ancora controlli e ulteriori verifiche».