Eccolo l’albero di natale in piazza a Castelvetrano. Ma non è opera del comune. Si tratta di un’iniziativa della Proloco che si è avvalsa dell’aiuto di un imprenditore. Per il resto, Castelvetrano risulta spenta. Non soltanto per l’assenza delle luminarie a festa, ma anche per le diverse zone carenti di illuminazione pubblica.
Sono gli effetti del dissesto finanziario: anche se li avesse, il comune non potrebbe spendere un soldo per le lucine colorate, diversamente dovrebbe risponderne alla Corte dei Conti.
Non è una scelta politica, ma un vincolo tecnico. Qualsiasi altro sindaco avrebbe oggi lo stesso identico problema.
E le vie per risolverlo non sono tante. Per esempio, gli amministratori potrebbero autotassarsi. Ma rinunciano già al 30% della loro indennità e (per fortuna) non possono decidere loro cosa farne.
Allora potrebbero coinvolgere le associazioni, come ha fatto il comune di Catania, anch’esso in dissesto.
In che modo? Proprio come è stato fatto nel capoluogo etneo: attraverso dei bandi per la sponsorizzazione privata. Ci si chiede quindi se questo benedetto bando sia stato fatto.
E la risposta è sì, è stato fatto. Ed era rivolto a tutte le associazioni culturali e di volontariato, ma la partecipazione è stata tutt’altro che massiva. Evidentemente, essendo finiti i tempi dei “contributi a pioggia” e dei “rimborsi” creativi di una volta, la tendenza a spendersi in modo disinteressato per la propria città ha portato la maggior parte delle associazioni (che nei tempi d’oro, sfioravano il centinaio) a ridurre il proprio entusiasmo.
Il punto non è nemmeno, come qualcuno ha ipotizzato, l’incapacità di coinvolgere il settore privato.
Pare infatti che diverse attività commerciali, tra quelle meno toccate dalla pandemia, non abbiano proprio fatto salti di gioia, dopo essere state contattate dal comune.
E poi, quasi sempre i privati, se vogliono, si organizzano e magari sono loro a chiedere la partecipazione (gratuita) del comune.
Il punto è forse che, quando non c’è più miele, le api di disperdono.
Sui social però, (grazie anche alla benzina sul fuoco di quelli che sono stati costretti a stare fermi per un giro e che non vedono l’ora di tornare a palazzo) spopola l’indignazione per la mancanza delle luminarie lungo il corso principale. Poco importa se ci sono intere categorie che da decenni non hanno mai pagato le tasse.
Egidio Morici