Un anno di grandi aspettative quello che ci stiamo lasciando alla spalle, eppure la città di Marsala ha fatto fatica a comprendere quale sia la strada di sviluppo di tutto il territorio. Si è sentita la pesantezza di una pandemia che non ha dato via di scampo a una comunità già segnata da una sanità che non brilla certo per efficenza, nonostante si tenti di raccontare ogni volta il contrario.
A pagare le scelte di una certa politica è stato proprio l’ospedale di Marsala, mentre si sprecavano le passerelle e le inaugurazioni di un padiglione di malattie infettive la gente è, ancora oggi, costretta a rinviare screening o peggio a farsi curare altrove, sempre che ci sia posto.
Tutto questo accade nel silenzio del sindaco, Massimo Grillo, che nei suoi immancabili sermoni non fa venire mai meno la parola buona e di pace per tutti, ma non si impunta nelle scelte a tutela della collettività.
Erano alte le aspettative su questa attuale amministrazione, dicono che un anno sia poco per fare un bilancio, ma in verità bastano i primi 150 giorni per capire l’andazzo di una giunta che regge un equilibrio molto precario, che poggia su accordi politici e poco sulla stima reciproca e sul senso di squadra.
Non sono mancate, e altre ce ne saranno, le tensioni tra amministrazione e consiglio comunale, gruppi che si sono sfaldati e altri che sono nati, manovre per le regionali ma anche stanchezza per il pressappochismo di chi pensa di non scontentare nessuno ma di non giungere mai ad una decisione.
In oltre un anno di amministrazione targata Grillo la città si è abituata a non comprendere quale sia il programma da realizzare, quale sia la visione e la prospettiva per Marsala, le periferie sono state interamente abbandonate, il centro storico non è un posto sicuro dove poter passeggiare, i cumuli di spazzatura raccontano di una distrazione importante. Manca totalmente una azione concreta che riguardi il turismo, la cultura, l’agricoltura, il decoro urbano, la lotta alla povertà, l’aiuto concreto ai disabili.
C’è troppa gente che affolla il palazzo e poche azioni davvero importanti, la giunta Young è uno di quegli organismi che il sindaco si è inventato per portare a se qualche giovane, tenerlo occupato, svilendo di fatto la stessa importanza della politica: non ci si improvvisa e le amministrazioni non sono scuole di formazione. La giunta Young è una scelleratezza di cui si poteva fare a meno, così come di una governance che a parte affollare le inaugurazioni non lascia traccia di nulla, nemmeno del loro indifferente passaggio.
Non ci sono state in un anno, attività che abbiano fatto la differenza, la cultura è stata lasciata amministrare da chi ha portato mediocrità, da chi pensa che la cultura sia solo omaggio a qualcuno e tappo per altri, perché questo sindaco ha abituato un pò tutti ad avere un ruolo, anche gratuito, purché sulla barca ci stessero tutti. Bisognerebbe tornare ad ascoltare la gente in strada, per comprendere come non c’è un lodevole apprezzamento per questa amministrazione.
Gli equilibri sono destinati a crollare, altri se ne formeranno, nei primi mesi dell’anno nuovo, l’appuntamento regionale delle elezioni di novembre 2022 metterà in campo altre strategie e nel frattempo si capirà se si procederà con un rimpasto di deleghe o di giunta. Grillo non è soddisfatto di Antonella Coppola, non lo è di Oreste Alagna, nemmeno di Michele Gandolfo, nomi su cui si discute da tempo e che al momento reggono per i pregressi accordi politici ma le cose potrebbero cambiare davvero a breve.
Una cosa è certa: l’amministrazione Grillo avrà ancora un percorso facile se il presidente del consiglio, Enzo Sturiano, non inizierà la sua opposizione, prima sottile e poi da leader, come ha fatto con Alberto Di Girolamo. Sturiano ha una conoscenza della macchina amministrativa forte, può mettere in difficoltà qualunque amministrazione e certamente non si farà trascinare nel baratro in cui questo sindaco è finito. Le parole dispensate come dono e come Bibbia servono solo se accompagnate ai fatti e alla capacità di prendere decisioni. Ecco, la prima decisione potrebbe essere quella di tornare alla normalità: azzerare giunta young e governance. Non c’è bisogno di numeri e di folla, c’è bisogno di una guida che si assuma le sue responsabilità, perché ad amministrare le parole c’è già chi ci pensa.
Rossana Titone