Il Consiglio dei ministri mercoledì sera ha approvato all’unanimità un decreto che introduce l’obbligo vaccinale contro il coronavirus per tutti i cittadini dai 50 anni in su, anche per gli stranieri che sono residenti in Italia. Palazzo Chigi ieri ha chiarito che l’obbligo decorre da oggi e se non ci si vaccina entro il 1° febbraio scatta la sanzione di 100 euro. Una sanzione una tantum, che sarà inflitta dall’Agenzia delle entrate, attraverso l’incrocio dei dati della popolazione residente con quelli risultanti nelle anagrafi vaccinali regionali o provinciali. I lavoratori che non hanno il green pass hanno cinque giorni di assenza giustificata, poi scatta la sospensione dalle funzioni e dallo stipendio ma senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del posto. Chi, invece, si presenterà al lavoro senza essersi vaccinato rischia sanzioni da 600 a 1.500 euro.
Sempre il nuovo decreto introduce l’obbligo vaccinale per il personale universitario di tutte le età. Ed estende l’obbligo del green pass base (che si può ottenere con la prima dose, con un tampone antigenico valido 48 ore o con un tampone molecolare valido 72 ore) dal 20 gennaio per accedere a parrucchieri, barbieri ed estetisti, e dal 1° febbraio per pubblici uffici, poste, banche e per le attività commerciali, tranne quelle «necessarie per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona».
Per le persone che accedono senza green pass ai servizi e alle attività in cui è obbligatorio averlo è prevista una sanzione da 400 a
1.000 euro. La stessa sanzione si applica al soggetto tenuto a controllare il green pass se non lo fa.
Con una circolare separata, il governo ha raccomandato alla pubblica amministrazione e alle imprese private di fare «massimo utilizzo» delle modalità di lavoro da remoto (lo smart working), secondo quanto previsto dai contratti di lavoro.