E’ aperta la campagna elettorale per le regionali del prossimo autunno, il primo candidato ufficiale è Cateno De Luca, ex sindaco di Messina, le sue dimissioni sono sul tavolo del segretario generale del Comune e saranno irrevocabili a far data del 6 febbraio.
Il regista, non occulto, delle manovre del centrodestra è Gianfranco Miccichè, che a Catania ha già incontrato Nello Musumeci e poi un pranzo con Raffaele Stancanelli e Raffaele Lombardo.
Tutti chiedono buon senso, calma, lucidità nell’agire politico e soprattutto compattezza di una forza politica che, se divisa, non potrà vincere. Questo lo sanno i leader della coalizione ma è pur vero che le spine nel percorso sono tante, tra un incontro, un pranzo e una cena Forza Italia è centrale nei posizionamenti.
C’è da aspettare l’elezione del Capo dello Stato, poi i partiti torneranno a parlare di coalizione a Palermo e dunque di candidato sindaco e poi affronteranno il nodo regionali, anche se il mood è quello di lavorare al dopo Nello Musumeci.
Cateno De Luca è in campo, la sua, dice, sarà una candidatura trasversale anche se la collocazione nasce nel centrodestra.
L’incontro tra Miccichè e Musumeci non ha portato a una soluzione, Roberto Di Mauro chiede una riunione di maggioranza e non incontri bilaterali che sanno di manovre singole e non collegiali.
La candidatura dell’uscente non è più scontata, la strada è in salita, i nomi che si affollano sono tanti da Raffaele Stancanelli a Gaetano Miccichè, da Nino Minardo a Cateno De Luca e continua ad aleggiare il nome di Gaetano Miccichè, fratello di Gianfranco.
La crisi del centrodestra siciliano esiste da quando la coalizione si è formata, hanno tentato di nascondere e di rinviare ma poi il nodo è venuto al pettine, del resto basta guardare ai territori dove i partiti non sono organizzati, non riescono nemmeno ad avere una classe dirigente all’altezza dell’organizzazione.
In molti, dai banchi dell’opposizione, pensano che questa strategia messa in campo da Musumeci sia volta ad alzare l’asticella delle richieste alla maggioranza: minacciare il voto subito, con le sue dimissioni, ovvero proseguire con il patto di rinnovata fiducia nel Musumeci bis.