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23/01/2022 10:00:00

SiAmo Custonaci chiede un consiglio per un Encomio alla Procura di Palermo e la solidarietà all'informazione

Un consiglio comunale a Custonaci per discutere dell'Encomio alla Procura della Repubblica di Palermo per la sua attività di contrasto alla criminalità organizzata e di solidarietà al mondo dell'informazione, in seguito alla mancata costituzione di parte civile del Comune di Custonaci nel processo a carico del mafioso Giuseppe  Costa, è stato chiesto dai Consiglieri comunali di SiAmo Custonaci, Giuseppe Bica, Silvia Campo, Maria Grazia Morici, Gioacchino Poma. 

I consiglieri motivano la convocazione nella nota inviata al presidente del Consiglio Comunale. Il gruppo di SiAmo Custonaci ricorda che nel mese di ottobre 2021 al termine del processo dinanzi al Gup di Palermo col rito abbreviato, Giuseppe Costa (che è stato uno dei carcerieri del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del collaboratore di giustizia Santino Di Matteo) è stato condannato a 12 anni di reclusione per l’appartenenza a Cosa nostra trapanese e che l'Amministrazione comunale di Custonaci non si è costituita parte civile al medesimo processo contro il boss Giuseppe Costa. 

"All’indomani del suo arresto, dicembre 2020, il Sindaco di Custonaci, Giuseppe Morfino, aveva affermato, attraverso un comunicato stampa,  - si legge nella nota di SiAmo Custonaci - che il Comune si sarebbe costituito parte civile e, invece, a seguito di una richiesta di accesso agli atti da parte del Capogruppo di SiAmo Custonaci, è emerso che non c'è stata nessuna costituzione da parte del Comune di Custonaci. Preso atto che diversi organi di informazione abbiano dato risalto a questa triste vicenda che getta pesanti ombre sull’immagine della Città di Custonaci e considerato che il lavoro dei giudici e delle forze dell’ordine ha permesso di ricostruire legami e affari tra la mafia, l’imprenditoria, la politica, la c.d. mafia dei colletti bianchi e che le Istituzioni non possono permettersi di lasciare soli uomini e donne che operano quotidianamente a servizio della Repubblica e dei valori di onestà, giustizia e pace".


"Il Gruppo SiAmo Custonaci ritiene inaccettabile il tentativo di discredito da parte del Sindaco Giuseppe Morfino che nel tentativo di giustificare la mancata costituzione di parte civile nel processo Costa, - continuano i consiglieri  - ha attribuito le responsabilità alla Procura della Repubblica di Palermo, organo competente per quel che riguarda l’indagine, e all’ufficio del Gip del Tribunale di Palermo, per non avere notificato alcun atto al Comune di Custonaci, con il quale si desse informazione dell’avvio del processo a carico di Giuseppe Costa e attribuendo anche agli organi di informazione locali la responsabilità di non avere divulgato la notizia della fissazione dell’udienza preliminare o dell’inizio del processo. Valutato che il Comune di Custonaci poteva agire con le medesime modalità intraprese per la costituzione di parte civile nel processo “Scrigno”, all’epoca chiesta dal Gruppo consiliare SiAmo Custonaci, che si sta svolgendo davanti al Tribunale di Trapani, sebbene la richiesta di rinvio a giudizio non abbia mai indicato il Comune di Custonaci tra le parti offese. Rilevato che era sufficiente, dopo aver annunciato la costituzione di parte civile, che venisse fatta una Deliberazione di Giunta per incaricare, già in quel momento, un legale al fine di seguire l’iter del procedimento e anticipare alla Procura di Palermo l’intenzione di partecipare all’eventuale processo".
 

Ecco i quattro punti dal consiglio comunale di Custonaci: Esprime il sostegno e l’apprezzamento della comunità custonacese all’operato della Procura di Palermo e dei suoi Magistrati nella loro azione di contrasto alla criminalità organizzata e all’intreccio tra mafia, politica e mondo degli affari; Esprime solidarietà nei confronti della stampa trapanese particolarmente impegnata nel contrasto alla cultura mafiosa; Chiede a tutte le Istituzioni democratiche, al mondo del civismo e dell’associazionismo e al mondo dell’informazione di sostenere pubblicamente e incondizionatamente l’attività della magistratura nel contrasto alle mafie e al malaffare; Chiede di inoltrare il presente atto deliberativo alla Procura di Palermo, al Presidente della Repubblica, al
Ministro dell’Interno e di darne ampia diffusione alla cittadinanza.