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01/02/2022 06:00:00

Un governo modello Draghi in Sicilia per isolare Musumeci

 E’ tornato in Sicilia Nello Musumeci, dopo avere votato il Presidente della Repubblica, fonti del partito di Giorgia Meloni, indicano il voto di Musumeci su Carlo Nordio e non su Sergio Mattarella, come ordine di scuderia.

Il rientro sull’Isola porta delle buone notizie per Musumeci e i suoi sodali: federazione del movimento Diventerà Bellissima con Fratelli d’Italia e copertura da parte della Meloni per la ricandidatura alla presidenza della Regione.
Una blindatura di partito che dovrà tenere conto degli alleati di governo e di future coalizioni.


Intanto si torna a parlare anche per la Sicilia del modello Draghi
, a riesumarlo è Gianfranco Miccichè che non condivide il rilancio dell’attuale governatore e alternative, visto il drammatico momento che vive la politica, in stallo e in fase di rielaborazione, perché, lo si dica, un governo del presidente che mette tutti dentro, tranne magari Fratelli d’Italia, salva i partiti da eventuali prove di forza.


Pare che ci possa essere l’intesa con la Lega, si sonda con il Partito Democratico, potrebbero pure starci i pentastellati, che nel frattempo a livello nazionale dovranno capire se la leadership su Giuseppe Conte esiste ancora oppure no. L’operazione mira ad isolare Musumeci, il protagonista indiscusso delle manovre è proprio Miccichè che non ha mai rinunciato a criticare il presidente per le scelte di non condivisione con il parlamento siciliano e con la coalizione che lo sostiene.
Il nodo cruciale rimane sempre lo stesso: chi sarebbe il Mario Draghi siciliano? C’è già chi scommette che il candidato alla presidenza potrebbe essere proprio lo stesso Miccichè, interlocutore di tutti i partiti, intrattiene buoni rapporti con i leader a Roma, è timoniere per le regionali del prossimo autunno.


Musumeci non starà a guardare,
si sussurra di un rimpasto della giunta ma i ben informati dicono che sulla lista ce ne sono appena quattro riconfermati del vecchio esecutivo, metterà su una giunta elettorale, come l’ha definita qualche giorno fa, fatta di assessori indicati dai partiti che lo sosterranno per il secondo mandato. Sembra fantapolitica, l’operazione è di difficile riuscita e se venisse davvero messa in campo sarebbe lo stesso Musumeci a suonarsi il requiem.