Salvatore Ombra, presidente di Airgest, Ryanair dalla prossima primavera estate torna con una presenza di primo piano a Birgi.
Sì, Ryanair raddoppia i voli e raddoppiamo il network su Trapani e questo ci porterà ad avere alla fine del 2022 circa 800 mila passeggeri. Stiamo attendendo altre compagnie e qualche altro contatto, stiamo vedendo se riusciamo a convincerle a volare su Trapani, c’è ancora molta resistenza per via del Covid. Bisogna vedere come vanno i contagi. Se continuano a scendere allora la gente sarà invogliata a volare. Trapani devo dire per il lavoro fatto, ha registrato un segno positivo nel 2021 e sarà estremamente positivo nel 2022. Gli obiettivi sono quelli di sistemare una serie di attività economiche. L’aeroporto non può vivere solo di immissione di energia da parte della Regione, deve lavorare per conto proprio e questa è la seconda fase del nostro obiettivo. Se poi si riuscisse ad avere una sinergia con tutto il territorio, considerando l’aeroporto non come un bubbone, ma come un innesto importante che serve ad alimentare lo sviluppo del territorio avremmo fatto bingo.
All'Aeroporto di Birgi manca il sostegno da parte del territorio?
Assolutamente sì, il nostro territorio non comprende qual è l’importanza di avere un aeroporto sul proprio territorio. Andrebbe coinvolto, stimolato, e sponsorizzato e non parlo solo in termini economici, ma come territorio stesso. Purtroppo continuiamo a fare ognuno per conto nostro attività staccate, senza il coinvolgimento e l’interazione con gli altri territori. Oggi il nostro territorio è poco conosciuto non solo in Sicilia ma ancora di più nel panorama del turismo internazionale.
Ombra, ci siamo occupati di Tayaranjet, la compagnia siculo/bulgara che è andata via da Birgi. C’è una sua dichiarazione di un debito di 180mila euro, la compagnia ha replicato dicendo che non è vero e che ha sofferto di un’applicazione delle tariffe quattro volte superiori a quelle normale e per questo se ne sono andati. Qual è la situazione?
La situazione è che la compagnia bulgara Tayaranjet non esiste più. Le è stato ritirato il COA, il certificato di volo, ha lasciato un debito nei confronti dell’aeroporto e abbiamo replicato facendo un decreto ingiuntivo. La compagnia ha sempre lavorato come charterista e non avevano le competenze per poter lavorare come vettore di linea, e la verità è che non hanno più nessun aeroplano ed è stato ritirato il certificato di volo, più chiaro di così.
Ombra ci hanno scritto decine di passeggeri che attendono un rimborso dei biglietti dei voli che sono stati cancellati da un giorno all’altro. Queste persone riavranno mai questo rimborso?
Secondo me no. La società non esiste più.
Di recente il presidente Musumeci ha parlato molto di aeroporti, c’è il progetto della fusione tra gli aeroporti orientali dell’Isola, e tutto lascia pensare che anche Palermo e Trapani vadano verso la fusione.
La presidenza della Regione sta investendo molto sull’aeroporto di Birgi e sul Trapanese e questo è indiscutibile. Per quanto riguarda la fusione tra Aeroporto di Catania e Comiso è una fusione per incorporazione, perché l’aeroporto di Catania è titolare di Comiso e quindi un’unica società di gestione dei due aeroporti. Cosa diversa è tra Palermo e Birgi. A Palermo la proprietà è tra Comune di Palermo, Camera di Commercio, Comune di Cinisi, e così via, mentre quello di Trapani è al 99,97% della Regione Siciliana. Quello che non si potrà fare è la fusione tra i due aeroporti, ma certamente la creazione di un sistema aeroportuale, che vede la gestione dei due scali in maniera separata ma un coordinamento tra i flussi aeroportuali, questo lo si può fare, e su questo io spingo moltissimo, per poter impostare un sistema aeroportuale che possa meglio distribuire il traffico sui diversi aeroporti e sul territorio stesso. Questo avrebbe un vantaggio immediato sugli aeroporti e come detto sul territorio. Ci vuole tanta lungimiranza politica affinchè si possa costruire un bel sistema aeroportuale tra i due aeroporti a cui aggiungerei gli aeroporti di Pantelleria e Lampedusa.