L'Ars ha approvato con voto palese la mozione di revoca dall’incarico dell’ing. Tuccio D’Urso, coordinatore della struttura tecnica e soggetto attuatore dell’emergenza Covid, fedelissimo di Nello Musumeci.
All’ex dirigente, finito sulla graticola per alcune offese rivolte via social al parlamento siciliano e ad alcuni suoi componenti, non è bastata una lettera di scuse recapitata a Micciché prima dell’inizio della seduta: “Esprimo le mie scuse per le espressioni contenute nel mio profilo social – scriveva D’Urso – dalle quali traspare un tono irriguardoso nei confronti dell’Istituzione e dei suoi rappresentanti da me citati. Ho profondo rispetto del Parlamento e non si ripeteranno fatti analoghi. Ho assicurato il presidente della Regione che in futuro interverrò esclusivamente attraverso gli atti d’ufficio e non pubblici”.
"Scuse tardive insufficienti, non si doveva arrivare a questo dibattito. D'Urso andava rimosso prima. Il sì alla mozione è comunque l'ennesima sconfitta di un governo che ormai brancola nel buio”.
Così, in sintesi, il M5S all'Ars sulla mozione di Forza Italia discussa oggi in aula e sottoscritta pure dal Movimento per impegnare il presidente della Regione a rimuovere l'ex dirigente regionale delegato per l'emergenza Covid.
“Non dovevamo – ha detto Giorgio Pasqua in aula - arrivare a questo punto, a costringere il capogruppo di una forza appartenente alla maggioranza di governo a dover presentare una mozione. Vuol dire che c’è un problema enorme all’interno dei rapporti tra Parlamento e Presidenza della Regione”.
“Possiamo continuare a tenere in un posto così importante – ha detto Francesco Cappello - una persona che non ha il controllo di se stesso e che sui social non ha alcun rispetto e freno inibitorio? Possiamo sopportare una persona in ritardo di mesi sull’esecuzione del Piano? La pandemia sta per finire e noi siamo ancora in attesa che quel piano venga eseguito. All’inizio, quando la commissione decise di sentirlo, rispose che non essendo più dipendente non aveva alcun obbligo di rendicontare alla commissione. Come se la commissione avesse leso la maestà di uno dotato di superpoteri ricevuti dal presidente delle Regione. La verità è che queste scuse non sono insufficienti perché non accompagnate da dimissioni, ma perché dovevano essere precedute da un atto di revoca da parte di Musumeci”.
“Il sì alla mozione – ha commentato a fine aula il capogruppo Nuccio Di Paola – è comunque l'ennesima sconfitta del governo che ormai brancola nel buio. L'unica consolazione è che il capolinea è vicino”.
"Abbiamo assistito ad un crescendo che non è stato fermato in tempo, il presidente dela Regione avrebbe dovuto rimuovere alla radice questa situazione, evitando che il parlamento fosse chiamato a discutere di un ex funzionario che ha sistematicamente ignorato ed offeso le prerogative dell'istituzione parlamentare". Lo ha detto Antonelo Cracolici deputato regionale del PD intervenendo nel corso del dibattito d'aula sulla mozione CHE CHIEDE LA REVOCA DELL'INCARICO affidato all'ingegnere Tuccio D'Urso, commissario attuatore per l'emergenza Civid in Sicilia nominato dal presidente della Regione Nello Musumeci.
Ha quindi preso la parola il parlamentare regionale Nello Dipasquale.
"Il presidente Musumeci avrebbe dovuto evitare questo imbarazzo. Stiamo parlando di una persona che di fronte ad una mia interrogazione per sapere come erano stati utilizzati 128 milioni di euro destinati alla infrastrutture Covid, l'ingegnere D'Urso invece di rispondere ha dichiarato di volermi querelare. Credo - ha aggiunto - che questo episodio basti a fare capire quanto inappropriato sia stato fino ad ora il modo di gestire il suo ruolo da parte del commissario attuatore Covid".