I motivi per cui i lavori del ponte sul fiume Delia non iniziano sarebbero “semplicemente questi: l’infattibilità intrinseca del progetto all’interno del budget, la rischiosità delle sue fasi esecutive e, per ultima ma non ultima, la consapevolezza della maestranze delle enormi difficoltà carpentieristiche che certamente salteranno fuori durante le lavorazioni”. Lo afferma nero su bianco lo studio completo sulla fattibilità del progetto di ripristino del ponte di Contrada Bocca Arena, redatto dal gruppo di lavoro composto da vari ingegneri capeggiati dall’ingegnere mazarese, Giuseppe Salvo.
Dopo la ‘bocciatura’ emanata dall’ex Provincia di Trapani allo studio preliminare per il ripristino del ponte (l’ultimo aggiornamento potrete trovarlo qui) arrivano ulteriori approfondimenti da sottoporre alla comunità mazarese e non solo. Parliamo del documento, presentato il 9 dicembre scorso dal gdl che, però, era stata redatta solo come fase preliminare (‘parte preliminare’) come già ai tempi dichiarato. Ora, ad essa, si aggiungono altre due più corpose parti e successive, tra loro, di quasi un mese: 1) considerazioni aggiuntive (20 dicembre 2021); 2) note integrative (8 gennaio 2022). L’insieme delle tre parti confuterebbero in modo più tecnico, punto per punto, i presunti errori (ed orrori in alcuni passaggi, secondo quanto evidenziato dal gruppo di lavoro coordinato da Salvo). Vediamole assieme.
UNA SERIE DI “ERRORI METODOLOGICI, NORMATIVI, TECNICI E VIOLAZIONI DEONTOLOGICHE” – Alcune ipotesi – evidenziate dal gruppo di lavoro di ingegneri confutanti il progetto di ripristino del ponte di Bocca Arena – se dovessero essere confermate, aprirebbero scenari di non fattibilità tecnica ed economica da far accapponare la pelle. Tali ipotesi si rinvengono nella parte finale del corposo studio: le note integrative. In esse – secondo quanto affermato dall’ ingegnere Andrea Salvo, figlio della ‘testa d’ariete’ cui accennavamo prima – sono “indubbiamente contenute le scoperte più interessanti e incontrovertibili relative agli errori metodologici, normativi, tecnici e alle violazioni deontologiche commesse dalla ICARO per affermare, in ultimo, il teorema della necessità degli interventi di sostituzione dei pendini”.
IL PROBLEMA DEI PENDINI – “La principale tesi a supporto del progetto di sostituzione dell’ingegnere Fabio Michele Granata (appartenente allo studio associato ‘ICARO’) – scrive Salvo junior – è che gli acciai costituenti i pendini non corrisponderebbero al grado designato e dichiarato nei documenti originali dell’opera”. Per farla breve si partirebbe da un’analisi tecnica errata sin da principio dalla quale emergerebbe che i pendini stessi avrebbero avuto già, da subito, una “capacità di resistenza meccanica inferiore; tanto inferiore da non permettere il superamento di alcune verifiche dette di Stato Limite, il cui mancato superamento, in ultimo, ha determinato prima l’ordinanza di limitazione del traffico pesante e poi quella di interdizione al transito pedonale e veicolare”.
UN’ANALISI DA PROCURA DELLA REPUBBLICA – In pratica, tali asserzioni della ICARO, potrebbero valere come un’accusa di mancata esecuzione del ponte secondo le linee progettuali approvate e predisposte dall’allora giunta guidata da Giulia Adamo. La gravità di una tale analisi tecnica, già di per sé, dovrebbe accendere i riflettori della Procura della Repubblica di Marsala per verificare la sussistenza o meno di eventuali reati nella realizzazione del ponte.
IL ‘SUCCO’ DI 1000 PAGINE – “La sintesi delle 1000 pagine – assicura Salvo – prodotte dalla ICARO” è proprio questo. “Il perché e, soprattutto, il come Granata possa giungere ad una tale erronea affermazione – continua il documento – è proprio il tema principale delle Note Integrative, ultimo documento in ordine temporale emesso dal GdL”.
IL PENDINO VIBRATO A MANO (DA SUPERMAN!) – “I pendini – afferma Salvo junior – sono stati testati alle vibrazioni grazie allo spostamento manuale (!) e al subitaneo rilascio di quest’ultimi(!!).” Tale affermazione, secondo il GdL, sarebbe inserita “nella descrizione delle prove vibrazionali condotte nel maggio-giugno del 2020, così come descritte nero su bianco nella documentazione presentata al Libero Consorzio Comunale di Trapani dalla ICARO stessa. Che un test vibrazionale su un pendino d’acciaio di 7 cm., lungo più di 10 metri, con una pretensione di (almeno) 30 tonnellate si possa fare a mano è una cosa che a leggerla provoca imbarazzo. Quando il collega che ha studiato le prove vibrazionali della ICARO – commenta Salvo – ha letto questo passaggio, ha cominciato a ridere” ed ha smesso “solo dopo una decina di minuti. I primi minuti, infatti, li ha passati con la mano alla bocca farfugliando “non posso credere che abbiano scritto questa cosa”.
ALTRA CHICCA ‘IMBARAZZANTE’ – “Oltre ai Superman-scuoti-pendino – continua Andrea Salvo – altra imbarazzante chicca della ICARO è stata la scoperta, che i carichi utilizzati all’epoca (realizzati appunto attraverso delle vasche) sarebbero stati inferiori a quelli che sarebbero stati previsti dalle normative allora vigenti”. Tale valutazioni sarebbe stata fatta dalla ditta – sempre secondo Salvo – grazie a delle basi fotografiche. Altra roba da Procura della Repubblica insomma. “Granata arriva ad affermare, grazie ad una deduzione a cui perviene osservando alcune foto riportate nel documento originale di collaudo, che tale documentazione è ‘insufficiente’, ‘non significativa’, ‘dubbia’ e, addirittura, con ‘errori materiali di trascrizione’ ”.
VIOLAZIONE DEONTOLOGICA E ACCUSE IN CONTUMACIA – “Non credo – prosegue Salvo junior – ci sia bisogno di spiegare la violazione deontologica connessa ad accusare in contumacia, e a quasi venti anni dalla consegna di un’opera, il Direttore dei Lavori e tutti i tecnici collaudatori che hanno testato la struttura. Proprio la notizia di queste gravissime insinuazioni ha, infatti, condotto l’ing. Antonino Casano (progettista originale) al tavolo con Giulia Adamo l’11 febbraio 2022 (qui la conferenza), occasione in cui il progettista ha avuto modo di garantire l’assoluta conformità delle certificazioni, degli acciai oltre che la giustezza di tutte le prove di collaudo condotte, rispedendo al mittente, come c’era da aspettarsi, ogni accusa di insufficienza”.
LA GRU SUL FIUME DELIA – “Ancora altrettanto basiti – commenta Salvo – si resta davanti alle modalità con cui la ICARO/Granata ha progettato le fasi esecutive della sostituzione dei vecchi e del montaggio dei nuovi pendini. Per alcuni di questi è previsto l’utilizzo di almeno una grande gru posizionata sul letto del fiume Arena! Credo non sia necessario specificare i rischi di ribaltamento di simili operazioni, oltre ai rischi di ritardo, dovendosi le lavorazioni legarsi inevitabilmente alle condizioni meteorologiche, ai valori di piena del fiume oltre che alle attività della diga a monte della struttura! Il GdL ha inoltre verificato che nel caso Granata rinsavisse e decidesse di NON posizionare alcuna gru sul letto di un fiume sabbioso, sarebbe comunque costretto ad utilizzare delle gru speciali dai costosissimi prezzi di noleggio”.
“ANALISI SEMPLICEMENTE FALSE” – “In estrema sintesi, le assunzioni su cui è basato il progetto della ICARO/Granata, che prevede la sostituzione di 46 pendini su 54, sono state dimostrate essere semplicemente false. E da assunzioni false seguono progetti sbagliati o, meglio, ‘a piacere’, perché, come splendidamente sintetizzavano il latini, ‘ex falso sequitur quod libet’ (dal falso segue qualsiasi cosa (scelta) a piacere n. d. a.).
IL VERO MOTIVO DEI RITARDI – Sono quelli sopra descritti i “veri motivi dei ritardi – afferma il GdL – del perché due imprese hanno già rinunciato e si sono tirate indietro, delle tante scuse, dei crono programmi tanto richiesti dal sindaco Salvatore Quinci e mai presentati, del fatto che i lavori di un progetto approvato il 20 agosto del 2020 (vedi Determina Dirigenziale 95) siano stati consegnati alla ditta solo l’1/12/2021, dopo quasi un anno e mezzo (vedi Albo Pretorio, avviso pubblicato il 06/12/2021). Alla luce di questo, quindi, l’ostinazione con cui la ICARO/Granata difende il proprio errore (progetto), il fatto che questo avvenga contro le evidenze più palesi e in barba agli enormi disagi cui sono costretti migliaia di cittadini, è forse uno degli aspetti più fastidiosi e irritanti della vicenda che, anche se spacciata come complessa, è, in ultimo, dovuta (ci piace sperare) all’orgoglio di un tecnico e al suo ambizioso, capriccioso progetto”.
UNO STALLO POSSIBILE DA SUPERARE – “Speriamo proprio – conclude Andrea Salvo – che l’intervento diretto del presidente della Regione, Nello Musumeci, che dovrebbe essere aggiornato entro questa settimana, possa liberare la vicenda da questo stallo”.
Alessandro Accardo Palumbo
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