Fissata per il prossimo 21 maggio, al tribunale di Trapani, l'udienza preliminare per comandanti, equipaggio, rappresentanti legali di tre Ong, ma anche soggetti preposti al soccorso ai migranti, tutti accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
Ventuno le persone coinvolte. Le indagini, condotte dalla Procura del capoluogo, sono incentrare sulle operazioni di soccorso in mare eseguite tra il 2016 e il 2017. Secondo la tesi accusatoria, non si trattò, però, di soccorsi, ma di operazioni per favorire l'ingresso in Italia dei migranti.
Le indagini culminarono anche nel sequestro della nave Iuventa. Era il 5 agosto 2017. La Iuventa, scortata da ben cinque imbarcazioni della Guardia costiera italiana, entra nel porto di Lampedusa per “accertamenti”. Il G.I.P. di Trapani dispone immediatamente il sequestro della nave, misura poi confermata dalla Corte di Cassazione nella pronuncia del 23 aprile 2018.
Tutte le accuse si riferiscono ad operazioni di salvataggio svoltesi tra il 2016 e il 2017, quando al Viminale sedeva Minniti e il governo Gentiloni firmava l’accordo Italia-Libia.
Dall’inchiesta sono state stralciate le posizioni della comandante della Iuventa Pia Kemp e di don Mussie Zerai, il prete attivista eritreo accusato di essere tramite tra gruppi di migranti in fuga dalla Libia e i soccorritori.