I partiti, dal centrodestra al centrosinistra, sembrano una maionese impazzita a Palermo, i candidati sindaco in campo sono così tanti che forse mancano proprio gli elettori.
Troppi nomi, pochi programmi, meno ancora gli accordi, tanti i veti incrociati. Il centrodestra era pronto a compattarsi sul nome di Carolina Varchi, candidata sindaca per Fratelli d’Italia, lasciando la casella libera per le elezioni regionali. Lo scossone arrivato da Vincenzo Figuccia è chiaro: la Meloni deve decidere se avere il candidato a Palermo oppure alla Regione, non può fare l’asso pigliatutto.
La Varchi è già deputata nazionale, gode di buoni crediti in tutti gli ambienti palermitani, anche la coalizione la vede di buon occhio, non sarebbe elemento di rottura con altre forze politiche e inoltre consentirebbe uno stop a Nello Musumeci, non più gradito agli ambienti politici. Divisivo è il nome dell’attuale governatore che potrebbe rischiare di andare in campo con il suo movimento Diventare Bellissima. Poi ieri tanti colpi di scena, la partita non è ancora chiusa e Matteo Salvini e Giorgia Meloni si incontreranno lunedì per definire gli accordi.
A meno di due mesi dalle elezioni amministrative, tarda ad arrivare la data anche per questo motivo, si naviga a vista, il centrosinistra non ha un candidato anche se sono tornati in pressing su Franco Miceli, dopo che lo stesso aveva deciso di ritirarsi per le troppe ostilità.
Nel frattempo la Lega per smuovere le acque ha deciso di schierare Francesco Scoma, che accarezza il sogno di essere sindaco di Palermo da un pò di anni, così vorrebbe chiudere la sua carriera politica.
Più Europa e Azione hanno puntato tutto su Fabrizio Ferrandelli, candidato sindaco per la terza volta, dicono di avere il programma pronto e di avere scelto il metodo migliore per la scelta della candidatura. Carlo Calenda in realtà è arrivato in Sicilia con lo scopo di rompere con tutte le altre coalizioni e di correre da soli, le percentuali però di Più Europa e di Azione non sono a due cifre.
Rimane in campo Davide Faraone per Italia Viva, il modello a cui si aspira è quello Draghi, campo largo e coalizione che sia certezza di buon governo cittadino. Lo ha ribadito anche Ettore Rosato durante l’assemblea del partito, tenutasi sabato scorso a Palermo.
I nomi che affollano il centrodestra sono tanti e le certezze poche, il senatore Renato Schifani ha parlato di una Forza Italia in corto circuito, senza dialogo interno. La condizione necessaria per Schifani, per un partito con i numeri siciliani di Forza Italia, è indicare un proprio candidato sindaco e non farlo scegliere agli altri. Ma proprio nella giornata di ieri Gianfranco Miccichè ha deciso di abbandonare il candidato dell’UDC, Roberto Lagalla, per schierare in campo Francesco Cascio e annuncia l’ufficializzazione la settimana prossima.