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16/03/2022 06:00:00

Caro energia, le mosse di Governo e Regione Siciliana. I prezzi dei carburanti nel trapanese

 Per fare fronte al caro energia e al caro carburanti entro il fine settimana un decreto del Governo dovrebbe introdurrà nuove misure.

Fra le ipotesi allo studio, il taglio delle accise (i dubbi rimangono) e la riduzione IVA (che pesano per il 64,5% sul costo della benzina e il 61% su quello del diesel). Sono attese novità per le imprese sul fronte bollette, con nuove formule di rateizzazione e interventi per calmierare gli aumenti. Per le famiglie, invece, è possibile anche una estensione del Bonus sociale (con ampliamento della soglia ISEE).

Nuovi ristori in arrivo? - Potrebbero arrivare nuovi ristori, con l’allentamento dei vincoli UE sugli aiuti di Stato previsti per l’emergenza guerra, ma stavolta non in base alla perdita di fatturato ma sui consumi di energia, limitatamente ai settori che risentono maggiormente della crisi delle materie prime. Per quanto riguarda il caro carburanti, le ragioni della nuova impennata del prezzo della benzina e dei carburanti da autotrazione va comunque oltre le tensioni attuali sul mercato del petrolio, lasciando intendere speculazioni su cui il Governo dovrà tentare di agire arginando il fenomeno.

I prezzi dei carburanti - Il prezzo della benzina è arrivato a 2,185 euro/litro per la self service e 2,288 euro/litro per il servito mentre il diesel a 2,188 euro/litro, il Gpl servito a 0,880 euro/litro, il metano servito a 2,255 euro/kg e il Gnl a 2,116 euro/kg. Da inizio anno la benzina è rincarata del 13,3%, il gasolio del 15,2%. Come riporta il Codacons, il prezzo della benzina è aumentato in un anno del 39,3% ed il gasolio del 51,3%. Il caro benzina impatta dunque sugli automobilisti ma anche sulle imprese (trasporto su gomma, agricoltura, distribuzione), con il rischio di speculazioni.

I prezzi dei carburanti in provincia di Trapani -  Il carburante tra i più cari è quello venduto sull’isola di Favignana, che subisce ulteriormente la sua insularità, dove, 1 litro di benzina costa all’Eni di via Circovallazione 2,459 euro servito, mentre il diesel costa 2,469 euro al litro, sempre in modalità servito.
Trapani - La benzina all’IP di via Giuseppe Palmeri costa 2.309 euro servito, mentre il diesel costa è 2.199 euro servito. All’Eni di via Tenente Alberti, la benzina costa 2.099 euro in self service, e il die-sel 1.989 euro sempre in self service. Al Q8 di via Libica una litro di benzina costa 2.199 euro ser-vito e il diesel 2.259 euro servito.
Marsala - La benzina all’Eni di via Mazara è 2.214 euro al litro servito mentre il gasolio è 2.184 al litro servito. La benzina all’Esso di Corso Calatafimi costa 2.269 e il diesel 2.240 al litro. Al Q8 di via Salemi un litro di benzina costa 2.249 euro servito, mentre il diesel 2.299 euro servito.
Mazara – La benzina al Q8 di via Castelvetrano costa 2.069 euro servito, un litro di diesel invece 2.144 euro servito. La benzina all’Eni di via Bressarione si paga 2.209 euro servito, e il diesel 2.179 euro servito. All’Esso di via Piersanti Mattarella un litro di benzina costa 2.286 euro servito, e il diesel 2.176 euro servito.
Castelvetrano – La verde al Q8 di via Partanna costa 2.199 euro servito, il diesel 2.269 servito. Al Tamoil di viale Roma un litro di verde costa 2.218 euro servito e il diesel 2.269 euro servito. All’Eni di Contrada Strasatto la benzina costa 2.214 euro in self service, il diesel 2.224 euro ma in modalità servito.
Castellammare - All’Eni di via Gemma d’Oro la benzina costa 2.055 euro in self service mentre 2.300 euro servito, il diesel 1.935 euro self service e 2.200 servito. All’Esso Express di via Crispi la benzina costa 1.999 euro in self pre pay e 2.246euro servito, il diesel, invece, 1.899 euro in self pre pay e 2.356 euro servito.
Alcamo – All’Esso di via Gammara un litro di benzina costa 2.259 euro servito, mentre il diesel si paga 2.111 euro servito. Al Q8 di via San Gaetano la benzina costa 2.179 euro, il diesel 2.239 euro.

La manovra della Regione contro il caro energia e carburanti - Per far fronte al caro energia il governo regionale sta studiando un pacchetto di provvedimenti da inserire in finanziaria per aiutare le imprese siciliane, ma tutto è condizionato dall’aiuto che la Sicilia dovrebbe ricevere da parte dello Stato. Confindustria Sicilia ha chiesto alla Regione di stanziare un miliardo contro il caro-energia. Gli industriali chiedono l’abbattimento del costo del lavoro per compensare le perdite. Si potrebbe fare varando una decontribuzione del 30% come quella già applicata dallo Stato, che si traduca in un risparmio secco del 10% sui costi aziendali. Abbassare il costo del lavoro sostenuto dalle aziende compenserebbe buona parte dell’aumento dell’energia. L’assessore all’Economia, Gaetano Ar-mao, ha raccolto l’appello e studiato un pacchetto di dieci provvedimenti che Musumeci formalizzerà agli industriali giovedì mattina. La misura principale prevede di stanziare per la decontribuzione 700 milioni. Nel piano dell’assessore Armao c’è la possibilità di riprogrammare tutte le risorse extraregionali (i fondi europei) in vista del contrasto all’aumento dei costi energetici. E parallelamente assegnare alle aziende nuovi bonus senza incappare nei tetti agli aiuti pubblici. Si punta ad abbattere anche i costi del carburante incentivando i viaggi via nave per le imprese di trasporto: è il vecchio bonus mare che la Regione chiederà allo Stato di incrementare. Parallelamente Armao tenterà di raggiungere accordi con le banche per una moratoria di tutti i contratti di finanziamento già siglati e operativi. Aiuti sono previsti per l’agricoltura: prevista l’incentivazione delle produzioni di grano in Sicilia e un aumento dei controlli per prevenire o sventare truffe e cartelli sui prezzi. È un piano ambizioso. Armao è fiducioso del fatto che il governo nazionale, come già avvenuto durante la fase più grave della pandemia, possa concedere tutte o parte delle richieste che la Regione formulerà. Ma la partita è anche e soprattutto politica e c’è la paura che la Finanziaria diventi una manovra pre-elettorale piuttosto che un intervento per compensare il buco nei conti per via della guerra in Ucraina e dell’aumento esponenziale dei costi dell’energia e delle materie prime.

RIGASSIFICATORE ENEL DI PORTO EMPEDOCLE CONTRO IL CARO BOLLETTE - Il costo dell’energia è diventato insostenibile. Cause a parte, fra le quali rientrano anche azioni speculative e ingiustificate, come ha affermato il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, servono azioni concrete e non la semplice analisi del fenomeno”. Lo dichiara il segretario generale della Cisl di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Emanuele Gallo. “Aumenti superiori al 500% per il gas naturale e del 400% per il costo dell’energia – aggiunge Gallo – sono un attentato alla stabilità economica di imprese e famiglie risultando il più evidente fallimento di una progettualità rimasta sulla carta. Circa 10 anni fa in provincia di Agrigento doveva essere costruito un rigassificatore Enel. L’opera è invece rimasta sulla carta per l’opposizione locale, in particolare del comune di Agrigento. L’emergenza deve ora far superare immotivate resistenze e permettere la realizzazione dell’impianto che è subito cantierabile. Ci sono in ballo ingenti investimenti, posti di lavoro, benefici economici futuri sul costo delle bollette nonché la certezza di avere stabilità nella fornitura del gas. Oggi non ci sono più impedimenti per la realizzazione dell’opera perché il progetto ha tutte le autorizzazioni”.

Il segretario di presidio Flaei Cisl Ag, Cl, En, Paolo Ottaviano ricorda come “Nel 2012 Enel scelse proprio Porto Empedocle quale sede del rigassificatore. L’opera conserva intatta la sua validità strategica. Sarebbe la più grande d’Italia assieme a quella già esistente a Rovigo e permetterebbe di trattare oltre 8 miliardi di metri cubi l’anno, un decimo del fabbisogno nazionale, accogliendo nel porto le navi provenienti da ogni parte del mondo. Il processo tecnico risiede nella cessione del gas in forma liquida nonché nella sua trasformazione e immissione nella rete distributiva”. Per Emanuele Piranio, segretario territoriale Cisl Ag Cl, En, con delega all’energia, “è superfluo aggiungere che il progetto Enel avrebbe la virtuosa conseguenza di riqualificare l’area portuale empedoclina assicurando una significativa boccata di ossigeno al mondo del lavoro. Tra diretto e indotto viene stimato l’impiego di circa 500 unità per tutta la durata della costruzione del rigassificatore cui si aggiungerebbero altri 100 lavoratori specializzati nella gestione e manutenzione dell’impianto. L’iniziativa dell’Enel potrebbe inoltre avere un ulteriore sbocco industriale creando la catena del freddo fondamentale per lo sviluppo del comparto del surgelato e della conservazione del pescato”. “Come Cisl – conclude Emanuele Gallo – esortiamo le istituzioni a far ricorso a tutte quelle soluzioni utili per alleviare il peso economico delle famiglie e delle imprese, creando occupazione e scongiurando il salasso di bollette drammaticamente sempre più esose. E’ il momento delle scelte che sono a portata di mano. Con l’indugio non si fa il bene della collettività”.

Daniela Ternullo (Forza Italia), sanzioni contro chi specula con l’aumento dei prezzi - "È sotto gli occhi di tutti e così non si può più andare avanti. Il costo del carburante è schizzato alle stelle ma non è giustificato dal conflitto bellico tra Russia e Ucraina. Perché? Semplice: i rifornimenti degli operatori commerciali sono stati fatti prima che la guerra scoppiasse e dunque, prima che il prezzo dei carburanti esplodesse verso l’alto. Pertanto siamo in presenza di una vera e propria truffa ai danni di famiglie e imprese. Ricordo che in questi giorni il costo della benzina ha sfondato il muro di 2,5 euro per litro. Concordo in tal senso con la posizione del ministro Cingolani, al quale ho chiesto nei giorni scorsi un incontro su tale urgente questione. Purtroppo non bastano soluzioni drastiche per il taglio di Iva e accise. Servono azioni decise e coraggiose contro le compagnie petrolifere che hanno speculato sulle difficoltà geopolitiche, mettendo le mani nelle tasche degli italiani".