Forza Italia rimane spaccata al suo interno nonostante da paciera sia più volte arrivata sull’Isola Licia Ronzulli.
Due anime diverse che si contendono la leadership regionale, con due visioni diverse: da una parte Gianfranco Miccichè che non vorrebbe il Musumeci bis, dall’altra parte i rivoltosi che, capeggiati da Gaetano Armao, chiedono la riconferma di Musumeci come candidato presidente della Sicilia e un cambio di coordinamento regionale.
Una lotta che vede anche il contendersi delle posizioni per le elezioni amministrative, a cominciare da Palermo, dove però i forzisti sarebbero più omogenei e virerebbero sulla figura di Francesco Cascio, l’ipotesi Roberto Lagalla è naufragata.
Al termine della lunga riunione, nove ore per l’esattezza, Forza Italia esce con un comunicato chiaro e rafforzata da due ingressi, quello degli ex renziani Nicola D’Agostino ed Edy Tamajo: “Forza Italia Sicilia è al lavoro per tornare a essere il primo partito nell'Isola e per ottenere un ottimo risultato alle prossime elezioni Amministrative. La riunione è servita a ribadire l'unita' di intenti e a superare le incomprensioni che avevano trasmesso l'idea di un partito diviso e litigioso. Forza Italia ha ribadito la sua collocazione nel centrodestra ed è innanzitutto, specialmente in Sicilia, una comunità umana composta da migliaia di amministratori locali di grande qualità: questo patrimonio non sarà disperso”.
A questo comunicato ne è seguito un altro dei dissidenti, continuano a chiedere il cambio al vertice del partito, la missione siciliana della Ronzulli è fallita, resta sospesa anche la candidatura di Cascio su Palermo che avrebbe dovuta essere ufficializzata proprio sabato 26 marzo.
Il partito è in stallo, uno contro uno, Silvio Berlusconi non interverrà sulla questione siciliana.
Lanciatissimo per la sua campagna elettorale come governatore dell’Isola è Cateno De Luca, che adesso ci va pesante con tutti i leader della politica: "mai un caffè con Salvini, Miccichè non è lucido".
E mentre le date delle elezioni amministrative si stanno avvicinando, si dovrebbe votare il 12 giugno, i partiti vivono un momento di grande confusione per una politica che non trova le ragioni del proprio essere.
Rossana Titone