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13/04/2022 00:25:00

Dallo spettro del comunismo a Putin

"Uno spettro si aggira per l’Europa – lo spettro del comunismo".

L'espressione è la prefazione al saggio del Manifesto del Comunismo di K.Marx e F.Engels.

Tra gli scopi principali c'è l'affrancamento del proletariato dalla Borghesia attraverso la conquista dei mezzi di produzione,che saranno gestiti dallo Stato proletario, è ciò si potrà realizzare solo con la rivoluzione e con una temporanea dittatura del proletariato da ottenere anche con la violenza, che abolisca le classi sociali, la proprietà privata, l'emancipazione di tutti gli uomini, la partecipazione degli stessi al governo e in definitiva l'eliminazione dello Stato stesso e la creazione di una Società Comunista.

È una parafrasi suggerita dall'esito dell'elezione del presidente della Repubblica francese, l'esponente della sinistra radicale il marocchino Melenchon ha ottenuto un insperato consenso del 22%, quasi 8 milioni di persone. Non andrà al ballottaggio, la disputa sarà come 5 anni fra tra Macron e Le Pen. La formazione dell'esponente della gauche è comunista trotzkista. Si potrebbe pensare ad un rigurgito dell'ideologia marxista.

Il pericolo è inesistente, pur essendo importante il consenso non lo ha portato allo spareggio, e seppur rimanendo con una identità comunista le istanze sono nell'alveo della Socialdemocrazia. Chi invece hanno disatteso totalmente i principi bolscevichi sono stati Stalin altro che dittatura del proletariato attuò le grandi purghe e i Gulag, poi è toccato ad Eltsin e Putin dopo la perestrojka il primo ha privatizzato i gioielli statali legati all'energia,creando la classe degli oligarchi, i più conosciuti Berezovskji nell'era dell'eroe del Putsch di agosto del 1991, Abramovich nella stagione dell'ex funzionario del KGB. Da S.Silvestro del 1999 Putin è il nuovo zar. Nessun fantasma ha serpeggiato sulla mamma di Minosse, ma solo personaggi sanguinari.


Vittorio Alfieri