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23/04/2022 07:00:00

L'effetto Dunning-Kruger ovvero meno conosco più penso di sapere

A chi non è mai capitato, durante una conversazione, di trovarsi impreparato su un argomento e di tacere per ascoltare l’opinione altrui. E per converso di trovare qualcuno inaspettatamente preparato, convinto di padroneggiare l’argomento con maestria e superiorità manifesta.

Beh! Quello che ho appena descritto è il classico esempio dell’effetto Dunning-Kruger, un pregiudizio cognitivo che porta alcune persone con meno idoneità ed esperienza a pensare di saperne molto di più degli altri, come se fossero le uniche in grado di custodire il sacro verbo incarnato sull’argomento della conversazione.

In poche parole: meno conoscono, più pensano di sapere.

Com'è nato lo studio su questo difetto cognitivo?

Nel 1995 a Pittsburgh il quarantacinquenne McArthur Wheeler fu l'autore di due rapine in due banche, senza indossare alcuna maschera per celare il suo volto nonostante la presenza di videocamere. Ovviamente poche ore dopo la polizia lo individuò e l'arrestò. Si scoprì successivamente che due amici ï»¿scherzando l'avevano convinto che sarebbe bastato cospargere il suo viso con del succo di limone per renderlo completamente invisibile. Durante l’arresto la polizia accertò che il rapinatore non era sotto l’effetto di stupefacenti o di alcool, anzi rimase visibilmente stupito di essere stato smascherato.

Questa vicenda portò lo studioso David Dunning e il suo allievo Justin Kruger a studiare l’accaduto, per verificare se l'ignoranza può renderci inconsapevolmente incompetenti. In questo studio i due psicologi hanno dimostrato che, a causa di un disturbo cognitivo, più una persona era incompetente meno ne era cosciente e più sopravvalutava le proprie capacità nonostante la palese ignoranza, al contrario i soggetti più competenti e con esperienza tendevano a sottovalutavarsi, equiparandosi agli ignoranti.

Questa è la cosiddetta “sindrome dell’impostore”, cosa può portare a questo cortocircuito cognitivo causando questa percezione così distorta di sé stessi? La mente umana è meravigliosa ma ancora inesplorata e la base di questa errata conclusione è da ricercare sul fatto che non avendo un minimo di competenze in un certo ambito, non si riesce a fare una stima realistica delle proprie capacità e dei propri limiti.

Nessuno è perfetto, nessuno è superiore agli altri per diritto di nascita e la storia ci insegna che solo gli ignoranti pensano sempre di avere ragione. Il filosofo e matematico Bertrand Russell scrisse: “Il problema dell’umanità è che gli stupidi sono molto sicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi.”

Tutti noi siamo membri naturali del club “Dunning-Kruger” perché nessuno sa consapevolmente di farne parte. Prendiamo atto dell’esistenza di questa falsa opinione di noi stessi, di essere aperti al beneficio del dubbio, di evitare di imporre il proprio punto di vista e di accettare l'opinione altrui.

Siamo consapevoli di non poter diventare astronauti se non facciamo un percorso di studio adatto, di non essere pittori se non conosciamo la tecnica e le basi della pittura, di non poter guidare l’auto se non facciamo la scuola guida, allo stesso modo non possiamo cadere nella trappola mentale dell’eccesso di fiducia quando siamo totalmente ignoranti su un argomento.

L'unico modo per non cadere nell'errore di valutazione è quello di sviluppare le conoscenze e acquisire le competenze, più impariamo e più ci rendiamo conto di non sapere: all’aumentare delle conoscenze si accompagna di pari passo un ridimensionamento delle certezze. La consapevolezza dell'ignoranza e il beneficio del dubbio sono uno stimolo continuo al miglioramento, non cadiamo nella retorica del qualunquismo, delle frasi fatte e del sentito dire.

Shakespeare nella commedia “Come vi piace” scrisse: “Il saggio sa di essere stupido, è lo stupido invece che crede di essere saggio.”

Giancarlo Casano

Canzone consigliata: Supertramp - The Logical Song