Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
26/04/2022 11:02:00

I 60 anni di Matteo Messina Denaro

 Aveva 15 anni quando iniziò a sparare, 18 quando compì, secondo alcune testimonianze, il suo primo omicidio.

Ne aveva 25 quando, da pupillo di Riina, cominciò la guerra nel Belice, e non solo, a coloro che si opponevano ai Corleonesi.

Ne aveva 30 quando partecipò all'ideazione delle terribili stragi di mafia, quelle in cui morirono i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ed agli altri attentati contro gli esponenti delle istituzioni. 

A 31 anni era già lataitante. E da allora è invisibile, introvabile.  

Di certo c'è solo che oggi è il suo compleanno. Compie 60 anni. E' nato il 26 Aprile del 1962. E' Matteo Messina Denaro, il boss di Castelvetrano, ritenuto oggi il capo della mafia in provincia di Trapani. Lo Stato lo cerca, senza trovarlo, da quasi trenta anni. Le uniche foto che abbiamo sono ricostruzioni al computer. E tra poco andranno pure aggiornate. 

Matteo Messina Denaro è ritenuto responsabile di un numero imprecisato di esecuzioni e tra gli organizzatori del sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo - rapito per costringere il padre Santino a ritrattare le rivelazioni sulla strage di Capaci e poi strangolato e sciolto nell'acido dopo 779 giorni di prigionia. È nato nel 1962 a Castelvetrano, in provincia di Trapani. Il papà Francesco, don Ciccio, era il capo mandamento della zona. Da lui Messina Denaro ha imparato anche i segreti della latitanza: dopo anni di ricerche, l’uomo fu trovato solo nel 1998 - morto stroncato da un infarto - nelle campagne vicino al paese. Da allora ha comandato Matteo. Prima nella provincia di Trapani, poi in Sicilia. Fedelissimo di Totò Riina, dopo l'arresto del boss si è messo agli ordini di Provenzano, padrino con cui scambiava pizzini pieni di rispetto e di affetto, ma che in realtà seguiva solo in parte. Perché Messina Denaro preferiva l’azione. Poi, quando i boss sopra di lui sono caduti a uno a uno, Diabolik ha iniziato a contare sempre di più. Ed è diventato tra gli uomini più ricercati al mondo.

Il peraltro direttore di Tp24, Giacomo Di Girolamo, ha scritto la biografia del boss, "L'invisibile". E proprio questa settimana esce un altro libro inchiesta, si chiama "Matteo va alla guerra" e ricostruisce gli eventi che portarono Messina Denaro e la mafia tutta ad ideare e realizzare le stragi del '92 - '93.