Il piacere della comunità, del pensare e lavorare per uno stesso obiettivo: che può essere quello di sentir risuonare la campana della chiesa madre o piuttosto di veder rinascere i magazzini del porto come hub d’arte.
Due progetti voluti, sostenuti, amati dai comuni in cui sono nati: e che hanno vinto il premio Borghi dei Tesori, alla sua prima edizione, nato con l’intento di promuovere progetti di rigenerazione urbana che coinvolgano le comunità. Ieri pomeriggio a Villa Zito, a Palermo, sono stati premiati due progetti nati ai due lati opposti dell'isola, il restauro dell’antico orologio e della campana della Matrice, presentato dal Comune di Calatafimi Segesta, e il recupero d’arte dei vecchi magazzini del porto di Portopalo di Capo Passero, proposto dall’associazione Cap 96010.
Tutto è nato l’anno scorso quando una sessantina di comuni siciliani si è unita nell’Associazione Borghi dei Tesori, sotto l’egida delle Vie dei Tesori, e ha fatto nascere il primo Festival dei borghi. Mentre si lavorava alla seconda edizione della rassegna (fissata per la seconda metà di agosto e nel primo weekend di settembre), era stato lanciato il riconoscimento a cui potevano concorrere progetti dei comuni coinvolti (e anche di associazioni e enti che ricadevano sul loro territorio). Ne sono arrivati diciotto, in pochi mesi. I vincitori ricevono i due premi da tremila euro ciascuno, uno sostenuto dall’associazione Borghi dei Tesori, l’altro da Fondazione Sicilia, che è stata vicina al progetto sin dal suo debutto. "Dobbiamo ricordare ai nostri giovani che l’isola è colma di tesori, e che offre enormi possibilità che aspettano solo di essere scoperte. Non è necessario andarsene, non più” ha detto il presidente di Fondazione Sicilia, Raffaele Bonsignore, durante il pomeriggio di premiazione che ieri ha visto intervenire moltissimi sindaci, amministratori e responsabili dei tanti borghi coinvolti.
I due progetti sono stati selezionati tra diciotto presentati, dal board di esperti che compone il comitato scientifico dell’associazione Borghi dei Tesori, presieduto dal fisico e professore emerito Federico Butera e composto da Giuseppe Barbera, Giacomo Gatì, Paolo Inglese, Orietta Sorgi e Pierfilippo Spoto. “Due borghi, due progetti importanti per le comunità ma, soprattutto, che nascono da una rete di comuni che vuole lavorare insieme per fare sviluppo del territorio – spiega il presidente dell’associazione Borghi dei Tesori, Laura Anello che ha ricevuto dal sindaco Gruppuso lo stemma della città di Calatafimi -. Per restituire centralità a questi luoghi dimenticati ma pieni di tesori. Da qui viene lanciato un messaggio ai giovani: c’è tanto da fare, da costruire e da ideare, basta averne il coraggio. I borghi aspettano i loro ragazzi per rinascere insieme”.
Il primo progetto premiato è già in dirittura d’arrivo: nelle prime settimane di giugno, sarà infatti completato il restauro dell’antico orologio della Matrice di Calatafimi Segesta, da secoli punto di riferimento dell’intera comunità. Le sue lancette erano ferme da decenni, la campana silenziosa, ma ora tornano alla vita, grazie al progetto della parrocchia San Silvestro Papa, realizzato dalla ditta Manutentori del tempo. Costruito dalla storica azienda Uscio di Genova, l’orologio è un pezzo raro con elementi lavorati a mano in ferro battuto e incastonati in un telaio a castello.
“La chiesa madre è l’anima della città: sentire di nuovo la campana sarà un momento importante per la nostra comunità” dice il sindaco Francesco Gruppuso che ha ricordato come il suo primo atto appena insediato, sia stata proprio l’adesione all’associazione Borghi dei Tesori. “I nostri vecchi raccontano che il rintocco della campana segnava il ritorno dei pescatori dal mare, la vita della comunità ruotava attorno a questi piccoli eventi quotidiani. Restaurare l’orologio è un dono per la comunità – ricorda il parroco della Matrice, don Giovanni Mucaria.
Quello di Portopalo di Capo Passero è invece un vero progetto di rigenerazione urbana, proposto dall’associazione Cap 96010: saranno recuperati i vecchi magazzini dei pescatori, con interventi en plein air, trompe l’oeil, murales, stencil, decorazioni e installazioni con materiali riciclati. “Il recupero dei magazzini dei pescatori è stata possibile grazie al coinvolgimento della gente comune, delle scuole, degli stessi pescatori e anche di gente che non risiede a Portopalo - interviene Alessandra Fabretti di Cap 96010 – come la fondazione Sant’Angela Merici di Canicattini Bagni che collabora con una squadra di ragazzi diversamente abili che abbelliranno il distretto creativo che sta nascendo”.