“Il primo nemico degli agricoltori siciliani, delle cantine sociali e dei consorzi di bonifica è il Ministero delle Infrastrutture. La disposizione perentoria con cui da Roma si costringe il Dipartimento Dighe a una limitazione d’invaso della diga Trinità di Castelvetrano e ad aprire le paratie facendo buttare a mare milioni di metri cubi d’acqua dà la misura di come la Sicilia sia tenuta in considerazione dal Governo nazionale”, lo afferma Sergio Tancredi, deputato regionale di Attiva Sicilia.
“La nostra regione – prosegue Tancredi - in molte zone, è a rischio di desertificazione e dovrebbe essere la prima ad essere attenzionata per la captazione dell’acqua. Di fatto, invece, a 15 giorni dalla campagna irrigua registriamo un provvedimento di apertura delle paratie che mette a rischio le coltivazioni di migliaia di ettari in tutta la provincia di Trapani”.
“E ancora di più sorprendono i toni dell’intimazione del Ministero che dimentica un passaggio fondamentale: se la Diga Trinità necessita di interventi strutturali immediati è anche vero che manca la relativa autorizzazione ministeriale a procedere. Quindi, da un lato c’è un impedimento ad adeguare la diga, dall’altro il richiamo a disperdere in mare l’acqua che è necessaria per salvare il lavoro di migliaia di lavoratori dell’agricoltura. Si tratta di una sentenza di morte con il bollo dello Stato. Da parte nostra il suggerimento che daremo agli agricoltori è di portare il Ministero in tribunale perché si tratta di una calamità naturale indotta e determinata da loro inadempienze”.