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08/06/2022 06:00:00

Caro carburante, pesca e agricoltura in ginocchio in Sicilia

“Quando comprate da mangiare, pensate al perchè i prezzi sono aumentati”. Agricoltori e pescatori siciliani in ginocchio per il caro carburanti. Un’impennata dei prezzi che poi, alla fine, si ripercuote sul consumatore finale. Ma a monte ci sono dei comparti, delle aziende, che rischiano di dover lasciare i pescherecci ormeggiati, i trattori spenti.

“Così non recuperiamo neanche le spese”, dicono gli armatori siciliani in stato di agitazione. Si sono riuniti a Sciacca nei giorni scorsi gli armatori delle marinerie di mezza Sicilia. Da Trapani a Licata, da Castellammare del Golfo a Porto Empedocle, a Catania e Augusta. Lamentano, naturalmente, il prezzo del gasolio troppo elevato, e sono pronti allo sciopero generale. “Non possiamo sostenere queste spese, per noi un euro e 20 centesimi al litro è troppo. Il governo centrale deve mettere un tetto massimo, altrimenti c’è una speculazione enorme. Deve essere aperta un’indagine conoscitiva della Procura per stabilire eventuali responsabilità di speculazioni”, dice il presidente di Federarmatori Sicilia Fabio Micalizzi. Fino poco tempo fa fare il pieno alle imbarcazioni costava 2, 3 mila euro. Adesso ci vuole il doppio. “Siamo ko”. Gli armatori a Sciacca hanno elaborato un documento e chiesto un incontro a Nello Musumeci. Chieono in sostanza l’erogazione delle indennità per i pescatori. Ma resta difficile uscire in mare. Non aumenta solo il prezzo del carburante, ma anche quello delle attrezzature. Prezzi più che raddoppiati in alcuni casi. Sulla vicenda è intervenuto ance il senatore trapanese Vincenzo Maurizio Santangelo: «Ho depositato un'interrogazione al ministro delle Politiche agricole per chiedere interventi straordinari contro il caro gasolio nel settore ittico».

Non è un bel momento nemmeno per gli agricoltori. Già lo sanno che quest’anno non si guadagnerà molto, anzi, si prenderanno a malapena i soldi per pagare le spese. E’ quanto sottolineano in una lettera indirizzata a tutte le istituzioni gli agricoltori di Salemi. Ma è in tutta la provincia di Trapani, in tutta la Sicilia, che ci si chiede se convenga mettere in moto le macchine, se convenga acquistare prodotti e strumenti per iniziare la vendemmia e la campagna olearia. Sono circa 200 gli agricoltori che hanno alzato la voce soltanto nel Belice. Il carburante agricolo è passato da 80 centesimi a un euro e 30 al litro. “Come possiamo tenere accese le macchine per le coltivazioni?” Noi dobbiamo pur mangiare, dobbiamo mantenere la nostra famiglia non al di sotto della dignità umana”, si legge nel documento. Costi insostenibili: dai concimi all’irrigazione, dall’energia elettrica al gasolio.
Da qui la proposta di erogazioni reddituali con fondi provenienti dal Pnrr., e una riduzione delle tasse.

Certo. A voler parlare di massimi sistemi si può dire che se fossimo a buon punto con la transizione energetica potrebbero esserci meno problemi. E questo alla luce dei tanti parchi eolici e solari che stanno nascendo proprio lì dove prima c’erano le coltivazioni. Ad esempio si stanno realizzando in Sicilia tre nuovi impianti, due agro-fotovoltaici e un impianto eolico. I cantieri sono di Engie, che ha ottenuto un prestito da 105 milioni di euro da una serie di finanziatori. Due impianti saranno realizzati nel trapanese. Un parco eolico, chiamato Elimi, tra i comuni di Marsala e Salemi, e un impianto agro-fotovoltaico a Mazara del Vallo.


Ma i costi dell’energia e del carburante sale sempre di più, e i produttori sanno che sarà un’estate molto dura.
Intanto alla pompa il prezzo del carburante sale sempre di più. E anche in provincia di Trapani la benzina è arrivata a sfondare il muro dei due euro al litro. Nonostante il decreto taglia accise valido fino all’8 luglio dovrebbe garantire lo sconto di 30 cent al litro, qualcosa sta sfuggendo di nuovo di mano.
La situazione con l'arrivo della stagione estiva e dunque con sempre più persone che si spostano per le vacanze o le ferie, il rischio di un salasso per fare il pieno è ormai realtà e oltre agli automobilisti privati il problema si pone anche per chi usa auto, furgoni o camion per lavoro.