Alessandro Aricò è il nuovo assessore all’istruzione e alla Formazione professionale degli ultimi mesi del governo regionale a firma Nello Musumeci.
E’ un fedelissimo del presidente, attuale deputato ed organico a Diventerà Bellissima, prende il posto di Roberto Lagalla, che qualche mese fa ha lasciato l’esecutivo per correre a sindaco di Palermo.
Musumeci blinda la giunta, piazza un suo uomo diretto e spacca ulteriormente la maggioranza, di fatto il governatore con questa mossa ha deciso di forzare politicamente la mano e di isolarsi: gli altri partiti che compongono la maggioranza ritengono la nomina di Aricò inopportuna.
Fratelli d'Italia e Diventerà Bellissima marciano verso il Musumeci bis ma trovano il muro degli altri partiti dalla Lega all’Mpa a Noi con l’Italia e con Forza Italia in testa, una nota dei coordinatori dei partiti non lascia dubbi sulla posizione assunta: "La nomina di Aricò, persona rispettabilissima, ad assessore alla Formazione alla vigilia delle elezioni amministrative non è solo inopportuna da un punto di vista politico ma conferma, qualora ve ne fosse bisogno, la deriva presa da Musumeci che sceglie ancora una volta il modello dell’uomo solo al comando piuttosto che il dialogo con chi lo ha eletto e sostenuto”.
Il dado è tratto, da una parte c’è Musumeci con Giorgia Meloni e il suo movimento Diventerà Bellissima, dall’altra parte, invece, il resto della coalizione ad eccezione dell’UDC che non si è espressa in un senso o nell’altro, fin troppo vicina alle posizioni di Musumeci per dissentire.
E adesso la situazione della candidatura alla presidenza della Regione non verrà rimandata oltre il 13 di giugno, a spoglio finito per i sindaci delle città Metropolitane di Palermo e di Messina si affronterà la questione a viso aperto.
Dalle dimissioni più volte minacciate alla giunta elettorale fino al piazzamento di uomini fedelissimi Musumeci pensa di blindare la sua candidatura ma le acque agitate della maggioranza fanno presagire a giorni molto agitati. Certo, si pone un ulteriore problema: l’alternativa al nome di Musumeci.
Settimane tese quelle che verranno, il voto di Palermo peserà e traccerà il solco delle differenze e anche di come si procederà successivamente, singolare adesso è la rappresentanza dei partiti in giunta: la Lega pur avendo 7 deputati ha un solo assessore, Forza Italia ne vanta 4 con 14 deputati regionali.