Arriva la confisca definitiva per il Salvatore Vetrano, 51 anni, re del pesce surgelato.
Valgono oltre 20 milioni di euro i beni sottratti dalla Direzione investigativa antimafia all’imprenditore Salvatore Vetrano, un tempo titolare della Veragel di Carini.
Di Vetrano e del padre Giacomo si parlò per la prima volta nel 1999, anno in cui furono arrestati con l’accusa di avere nascosto nelle celle frigorifere un carico di pesce rubato dagli uomini della famiglia mafiosa di corso Calatafimi.
Nel 2002 tornò in cella perché ritenuto responsabile di avere rapinato una carico di pesce congelato. Della banda avrebbero fatto parte, ancora una volta, soggetti organici a Cosa Nostra.
Nel 2005, il suo nome saltò fuori nell’inchiesta che portò in cella i boss Benedetto Graviano e Cesare Lupo di Brancaccio. Vetrano veniva indicato come “vicino” all’organizzazione mafiosa.
Tra i beni confiscati anche tredici immobili fra Palermo, Carini, Trabia, Sciacca ed un magazzino a Marsala.
L'imprenditore sarebbe riuscito negli anni ad accumulare un ingente patrimonio immobiliare e aziendale, incrementato da finanziamenti erogati dal Fondo europeo per la pesca in Sicilia, a cui è riuscito ad accedere, e da "una persistente condotta elusiva degli adempimenti fiscali connessi alla propria attività commerciale", spiegano gli investigatori.