Il caro gasolio e gli aumenti dell’energia, anche a causa degli effetti della guerra in Ucraina - stanno mettendo in gravissima crisi economica ma anche sociale le famiglie trapanesi così come le piccole imprese e tra queste quelle del comparto agricolo e della pesca in particolare.
“Il raddoppio del costo del gasolio – dice il sindaco Giacomo Tranchida - costituisce un gravissimo danno alle nostre imprese che in alto mare, anche rischiando evidenti pericoli per la propria sicurezza, garantiscono ancora pescato mediterraneo e di qualità per le nostre tavole, arricchendo l’offerta della filiera turistica”. A rischio centinaia di posti di lavoro e un pezzo della storia della marineria trapanese.
“Occorre – afferma il sindaco - che il governo regionale, ed in primis l'Assessore regionale alla Pesca, vantando peraltro particolari poteri dall’autonomia, si diano una mossa, decidano di battere un colpo non girandosi dall’altra parte. Occorre che anche il Governo ed il Parlamento Nazionale decidano e chiaramente lo dicano se intendono tutelare o meno la nostra marineria anche a Bruxelles”. Un documento elaborato dal consulente del sindaco, avvocato Dario Safina, è stato proposto e sottoscritto dalla Camera di commercio e dai Comuni ed organizzazioni aderenti all'iniziativa. “Urge adesso – sostiene Tranchida - richiedere un confronto in delegazione col governo regionale e nazionale. La mia Giunta e la maggioranza di governo che mi sostiene, saranno ancora una volta compatte nel difendere tanto i pescatori quanto gli agricoltori che rappresentano anche la tradizione culturale delle eccellenze agroalimentari. Il mercato del pesce al coperto ed il rilancio del mercato del contadino sono azioni all'ordine del giorno per garantire la qualità della filiera oltre la tracciabilità in rapporto ai prezzi”.