La mafia russa ha fatto sapere che sul conflitto in corso tra Russia e Ucraina si "astiene". "Siamo neutrali" dicono i rappresentanti della criminalità organizzata russa. L'analisi del caso viene da Federico Varese, studioso di mafie internazionali, che oggi scrive un articolo su Repubblica.
I “ladri in legge” - così come si fanno chiamare i mafiosi in Russia - vietano agli affiliati di arruolarsi con Putin o con Zelensky.
Scrive Varese: "Di recente è trapelato un editto dei ladri-in-legge, la fratellanza che domina il mondo criminale post-sovietico, il quale ribadisce il principio di neutralità: i boss non devono imbracciare il fucile per la causa ucraina. Allo stesso tempo, i membri non devono partecipare neppure allo sforzo bellico russo. Ma resistere alle pressioni generate dal conflitto non è facile e potremmo assistere a lotte interne all'organizzazione nel prossimo futuro tra chi decide di seguire il codice tradizionale e chi lo tradirà.
La mafia russa si pronuncia attraverso editti, chiamati nel gergo criminale "progoni". Una parola derivata dal verbo "scacciare", progon si può tradurre con "missiva".
I testi vengono fatti circolare all'interno del sistema delle prigioni, fotografati e spediti attraverso canali riservati su Telegram.
Da quando Putin ha fatto approvare, nel 2019, una legge che criminalizza l'appartenenza alla fratellanza, i testi non sono più firmati con i nomi dei membri influenti che hanno stilato la sentenza, ma con la formula "la massa dei ladri".
L'editto sulla guerra in Ucraina di aprile e non lascia adito a dubbi: "Le autorità ucraine stanno cercando di trasformare i criminali in soldati" e fanno di tutto per "macchiare l'onore dei carcerati per bene". In cima alla pagina sono riprodotte le immagini di due stelle a otto punte, il simbolo della fratellanza.Il testo è firmato "la comunità dei ladri-in-legge".
Il conflitto che si prospetta all'interno della fratellanza è tra chi si adegua al codice tradizionale, che impone di non imbracciare mai le armi per uno stato, e coloro che potrebbero essere tentati di entrare nelle unità paramilitari.
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