Ci scrive l’Istituto Autonomo Case popolari, dopo il nostro articolo di lunedì scorso (potete leggerlo qui) sulla tragedia sfiorata a Castelvetrano, dove un signore, assegnatario di un alloggio in una piccola palazzina, ha rischiato di rimanere sotto i calcinacci del suo tetto.
L’Iacp ha saputo quello che era successo grazie al nostro articolo, non avendo ricevuto alcuna richiesta ad intervenire, né da parte del comune o dei vigili del fuoco che sono intervenuti, né da parte dell’occupante. Dopo un sopralluogo, ha constatato l’inagibilità dell’abitazione, riportando in una nota inviataci lo stesso giorno delle informazioni utili a ricostruire il percorso di quest’assegnazione, fatta dall’ufficio tecnico del comune nel marzo del 2018.
Un’assegnazione strana, almeno nelle procedure.
Nella nota si legge infatti che l’appartamento è stato consegnato nonostante risultasse fatiscente. Nella determina dirigenziale c’era scritto che il signor Faugiana “si era dichiarato disponibile ad eseguire i lavori necessari a renderlo fruibile”.
Non sappiamo poi se questi lavori siano posi stati fatti o meno. Forse no, visti i risultati.
Le stranezze della determina vengono evidenziate dallo stesso Iacp che, sempre nella nota, precisa che “è priva delle caratteristiche proprie di un provvedimento di assegnazione, tant’è che nessun atto di formale consegna dell’alloggio risulta essere stato formato nella dovuta forma scritta da questo Ente che ha proceduto soltanto ad acclarare al proprio protocollo il provvedimento amministrativo citato, né è stato predisposto il relativo contratto di locazione; l’introito dei canoni di locazione da parte di questo IACP è avvenuto solo a titolo di indennità di occupazione (pari a mensili euro 52), peraltro non puntualmente corrisposti”.
Ad ogni modo, il danno c’è e va riparato. Ma chi pensa che a ripararlo debba essere l’Iacp, si sbaglia di grosso. All’Istituto infatti tocca soltanto la manutenzione ordinaria; quella straordinaria tocca al proprietario dell’appartamento, che è la Regione Siciliana.
Inoltre, ancor prima di riparare il tetto crollato, ci sarebbe da risolvere le cause dell’avvenuto crollo, cioè le infiltrazioni dal lastrico solare che, tra l’altro, è anche il tetto dell’intera palazzina.
Una palazzina fatta da quattro appartamenti, di cui tre ceduti in proprietà (condivisa con la Regione). Insomma, in teoria, la riparazione delle cause che hanno prodotto l’infiltrazione, toccherebbe in gran parte agli occupanti degli altri tre alloggi.
In teoria.
In pratica potremmo assistere ad un’occupazione abusiva da parte di qualcuno in grado di ripararsi il tetto da solo. Non ci sarebbe da meravigliarsi, dal momento che (come in questo caso) a volte potrebbero essere abusive persino le assegnazioni.
Egidio Morici