Ci sono i sintomi. Ma il tampone è negativo. Perchè? E’ la domanda che si stanno facendo in molti in questa nuova ondata di Covid19.
Nelle settimane scorse ha cominciato a circolare l’idea che i tamponi non funzionassero più a dovere con le nuove varianti in circolazione, in particolare con Omicron 5 che rappresenta la maggior parte dei contagi in Italia. In particolare, chi decide di ripetere il tampone spesso segnala che la positività arriva solo dopo che i sintomi si sono affievoliti.
Uno scarto temporale, questo, che rischia di incrinare ulteriormente il già fragile sistema di contenimento dei contagi e che anche per questo ha attirato l’attenzione della comunità scientifica.
Un fenomeno che sta aumentando e che viene segnalato anche dalla Federazione dell'Ordine dei medici (Fnomceo) che cura la rubrica web «Dottore, ma è vero che?» nella quale si è voluto analizzare il problema cercando una spiegazione.
Sulle cause ci sono parecchie incertezze. “Speriamo arrivino presto le risposte, dal momento che diversi ricercatori in tutto il mondo stanno studiando l’argomento”.
Sono tre le ipotesi in campo.
“L’ipotesi più popolare tra i ricercatori è legata al comportamento del nostro sistema immunitario: si pensa che i sintomi precedano il risultato positivo ai test perché oggi il sistema immunitario si attiva molto più velocemente contro il virus. La comparsa dei primi sintomi sarebbe la conseguenza dell’attivazione del sistema immunitario che combatte l’infezione” si legge nell’articolo a firma di Rebecca De Fiore.
Viene spiegato che ad inizio pandemia i contagi avvenivano tra persone che non avevano mai preso il Covid e che non erano vaccinate, così il virus agiva indisturbato per giorni prima che l’infezione fosse tale da essere rilevata dal sistema immunitario. Oggi la situazione è diversa, quasi tutti sono o vaccinati o hanno avuto il Covid e la reazione immunitaria avviene più rapidamente. Questo porta a sintomi, ma non alla positività al tampone antigenico, perchè la carica virale non è ancora sufficiente per la sensibilità del test.
“Un’altra ipotesi riguarda la diversa dinamica con cui le più recenti varianti di SARS-CoV-2 (Omicron e le sue sottovarianti) circolano nell’organismo. Alcuni studi, infatti, hanno rilevato un minore accumulo delle particelle virali nelle cellule del naso, rendendo più probabili i falsi negativi perché durante il prelievo con tampone non si raccoglie una quantità sufficiente per risultare positivi al test. Altri studi hanno anche scoperto che Omicron può, in alcune persone, essere rilevato in bocca o in gola prima che nelle narici. Inoltre, i sintomi di Covid-19 sono meno specifici che in passato”.
Ma c’è anche una terza possibilità, che è data dal maggior ricorso ai tamponi fai da te, che possono incidere sulla qualità del risultato. I tamponi fatti a casa infatti possono essere fatti da persone che non raccolgono il materiale biologico con cura e precisioni, quindi ecco i falsi negativi. Per gli esperti non è il caso di preoccuparci, ma di prendere qualche precauzione in più. Cioè che se si hanno sintomi bisogna supporre di essere contagioso, anche se il tampone è negativo. "In presenza di sintomi evidenti, compatibili con il Covid, bisogna sempre considerarsi contagiosi, portare la mascherina Ffp2 e rifare il test dopo 24 ore", consiglia Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore dell'ospedale Galeazzi di Milano.
Sono dati, però, che vanno analizzati con cura, soprattutto davanti alle nuove regole sull’isolamento che potrebbero vararsi di qui a breve.
Secondo quanto emerge, infatti, i positivi al Covid-19 che non hanno sintomi da almeno 48 ore possono non aspettare i canonici 7 giorni per sottoporsi a tampone di controllo e, in caso di negatività, sono liberi di mettere fine all'isolamento.
È al vaglio di Governo e autorità sanitarie quella che è stata ribattezzata quarantena light o breve, su cui sono in corso valutazioni, ma niente di definito. Anche se, come riportano i giornali, potrebbe arrivare una circolare del Ministero della Salute.
Se venisse dato l'ok alla nuova norma, i positivi senza più sintomi da 48 ore non dovranno aspettare 7 giorni per un tampone. In caso di test negativo torneranno liberi. La durata massima dell'isolamento, inoltre, dovrebbe scendere a 15 giorni, o 10 come chiesto dalle Regioni, dai 21 giorni attuali.