Dieci anni e otto mesi di carcere per violenza sessuale sui minori, è questa la pena da scontare per il boss mafioso decisa dal giudice per le udienze preliminari di Palermo Paolo Magro per il 59enne campobellese Vincenzo Spezia, figlio del defunto boss, capo della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, Nunzio Spezia e fedelissimo dei Messina Denaro.
Spezia era stato arrestato nell’aprile 2021 dai carabinieri per violenza sessuale su minori. Adesso la condanna che impone anche pagare un risarcimento danni provvisionale di 15 mila euro per una vittima e di 7.500 ciascuna per le altre due.
Pena minore rispetto alla richiesta del pm - La pena inflitta è stata di gran lunga minore a quella chiesta dalla pubblica accusa perché il giudice, accogliendo le argomentazioni dell’avvocato difensore Calogera Falco, ha assolto Spezia per un capo d’imputazione, ne ha riqualificato un altro e ha escluso una serie aggravanti. A scoprire gli abusi sessuali, ascoltando le intercettazioni disposte nell’ambito delle ricerche del latitante Matteo Messina Denaro, furono i militari del Ros. A disporre il fermo sono stati il procuratore aggiunto della Dda di Palermo Paolo Guido e la pm Francesca Dessì.
Chi è Vincenzo Spezia - Vincenzo Spezia fu arrestato da latitante nel 2003 a Valencia in Venezuela ed estradato in Italia nel 2007. Il padre, Nunzio, è morto invece nel 2009. Tornato in libertà nell’estate del 2019, dopo aver scontato una condanna a 21 anni per droga e mafia, era rimasto sotto i riflettori della Dda di Palermo per la sua stretta vicinanza a Messina Denaro.
Le vittime - Tre le vittime accertate, due bambini e una bambina di nove anni. Solo due maschietti vennero identificati e sottoposti a incidente probatorio, nel corso del quale confermarono le accuse a carico dell’uomo. Da allora la Dda, visti gli strettissimi legami con il boss Messina Denaro, ha iniziato ad intercettarlo. E riascoltando alcune registrazioni sono venuti fuori gli episodi di abusi. Una decina di incontri con tre bambini: due maschietti di 9 anni e una bambina più piccola. I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra aprile e giugno 2020. Secondo l’accusa, Spezia aveva plagiato e carpito la fiducia di una delle piccole vittime. Le violenze sessuali sarebbero avvenute in un’officina e in campagne isolate.
Le intercettazioni esplicite che confermano le violenze - In una intercettazione si sente Spezia proporre esplicitamente ad un bambino di masturbarsi davanti a lui, oppure di farlo insieme. In un’altra conversazione, avrebbe dato consigli ai bambini sue vittime su “come si fa con le donne” o impartiti lezioni sul rapporto sessuale. Le tremende intercettazioni, purtroppo raccontano di diversi episodi di violenze con le piccole vittime che hanno provato a resistere per quel che potevano, chiedendo di tornare a casa. In una altra intercettazione i carabinieri ascoltano Spezia che dice “Se fai la bravina ti faccio tanti regalini”, dice Spezia a una minore ed ancora: “Ti porto al mare”.
Gli Spezia e la vicenda che riguardava le dichiarazioni dell'ex sindaco Caravà - Nel giugno 2007, un anno dopo le prime elezioni che portarono Caravà alla carica di sindaco, i familiari informavano Nunzio Spezia, storico della famiglia mafiosa di Campobello, deceduto nel corso delle indagini, che nel corso dell'inaugurazione della sede dell'Avis, l'allora neo primo cittadino aveva tuonato contro la mafia. E gli Spezia si erano sentiti offesi: «Perché, papà, facevano troppo schifo. Hanno fatto troppo schifo, e quando è troppo, è troppo». Spezia, però, tranquillizzava i parenti: «... così pensano che sta imbracciando una cosa contro di noi... Non possono fare altro, non possono fare altro... hanno denunciato persone per i sequestri e cose, non lo sapevi? Hanno arrestato persone per favori alla mafia».