Mancano 43 giorni al voto.
A tenere banco, ieri, è stato il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ha detto che, intervistato a Radio Capital, ha detto che se entrasse in vigore una riforma costituzionale per dare più poteri al presidente della Repubblica, come prevede il programma della destra, «sarebbero necessarie le dimissioni del presidente Mattarella per andare all’elezione diretta di un nuovo presidente».
Tutto il centrosinistra ha accusato Berlusconi di volere sostituire Mattarella. Lui ha dovuto precisare su Facebook: «Non ho mai attaccato il Presidente Mattarella, né mai ne ho chiesto le dimissioni».
Liliana Segre e Giorgia Meloni
Nei giorni in cui si parla di come e quanto Meloni abbia preso le distanze dal fascismo, la senatrice a vita ed ex deportata nel campo di concentramento di Auschwitz è intervenuta sulla questione in maniera molto netta. «Partiamo dai fatti, non dalle parole e dalle ipotesi. Inizi dal togliere la fiamma dal logo del suo partito», ha detto. La fiamma presente nel simbolo di Fratelli d'Italia richiama il logo del Movimento Sociale Italiano (MSI), il partito che raccolse gli ex fascisti dopo la caduta del regime.
Immediata la replica del senatore di Fratelli d’Italia Ignazio La Russa. La fiamma «non è in alcun modo assimilabile a qualsiasi simbolo del regime fascista e non è mai stata accusata e men che meno condannata, come simbolo apologetico», ha detto il senatore. Nelle ultime ore Giorgia Meloni starebbe pensando di rimuovere la fiamma dal logo del partito.
Ci sarà un confronto tv fra Letta e Meloni?
Secondo il Foglio «lui lo vuole e lei è disponibile. I due ne stanno parlando, al di là delle smentite di rito». Per la politica italiana sarebbe un fatto piuttosto raro: un confronto televisivo in campagna elettorale fra i leader dei principali partiti non è stato organizzato né nel 2018 né nel 2013, per divergenze su dove, come e quando. N. Nel 2006 invece ce ne furono ben due fra Romano Prodi e Silvio Berlusconi, guardati rispettivamente da 16 e 12 milioni di spettatori.
Il programma della destra.
Cliccando qui potete scaricare il programma della destra. E' un po' troppo sintetico e vago, in verità, e si parla molto di questa proposta di "flat tax", cioè di un'aliquota fiscale uguale per tutti, che oltre ad essere iniqua (in Italia, attualmente, chi è più ricco paga più tasse, con la flat tax i ricchi sarebbero tassati quanto i poveri ...) è difficile applicazione, dicono gli esperti.
Simboli, che passione.
Fino a domenica i partiti devono depositare alla sede centrale del ministero dell'Interno i simboli che compariranno sulla scheda elettorale. Ci sono nomi, simboli e facce d improbabili: non finiranno mai sulla scheda elettorale perché non provano neanche a raccogliere le firme, ma hanno il loro momento di gloria. Il più citato in queste ore è quello del partito del Sacro romano impero cattolico. Lo deposita da anni la stessa persona, Mirella Cece. simbolo contiene fra le altre cose cinque ritratti del suo viso, un pesante drappo e una corona.
De Luca e Giarrusso presentano logo simile
Dino Giarrusso, ex membro del M5s, e Cateno De Luca, ex sindaco di Messina hanno presentato due simboli con la stessa dicitura “Sud chiama nord” per le prossime elezioni.
SAMONA'. «I beni culturali sono protagonisti nel programma di governo sottoscritto dalle forze del Centrodestra: un impegno importantissimo che, dopo la vittoria alle prossime Elezioni Politiche del 25 settembre, si tradurrà in concrete azioni per rafforzare il binomio “Italia-Cultura”. Nell’accordo di governo c’è scritto, infatti, che “valorizzare la Bellezza dell’Italia nella sua immagine riconosciuta nel mondo” sarà uno degli obiettivi del prossimo esecutivo di centrodestra. Ma non è tutto, perché fra i punti principali del programma c’è “la tutela e la promozione del patrimonio culturale, artistico, archeologico, materiale e immateriale”, e la “valorizzazione delle professionalità culturali che costituiscono il volano economico e identitario italiano”. Non semplici richiami, ma la conferma di una linea politica chiara e inequivocabile, resa possibile grazie anche all’azione della Lega e al suo buongoverno, con in testa il Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni e con i numerosi assessori regionali alla Cultura di diverse regioni italiane, che in questi anni sono stati decisivi per valorizzare i beni culturali, l’identità e i territori». Lo sottolinea sui suoi canali social Alberto Samonà (Lega), assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.