Umanesimo. "Ciò che l'occhio è per il corpo, la ragione lo è per l'anima". Con queste poche parole l'umanista olandese Erasmo da Rotterdam rese chiaro il senso di un fenomeno culturale, appunto l'Umanesimo, che durante il Quattrocento rimise al centro la capacità di ragionare dell'uomo non dimenticando i valori cristiani.
Il periodo nacque in Italia dopo il buio del Medioevo, grazie a Francesco Petrarca e in parte a Giovanni Boccaccio, testimone ne è il suo Decamerone, impensabile prima, censurato dopo, ebbe influenza anche in Europa. La nostra nazione ne ha bisogno dopo la fase dura della pandemia, ridimensionata notevolmente favorita, nonostante i negazionisti, dalla nostra adesione alla campagna vaccinale, un paradigma dell'uso dell'intelletto. L'antropocentrismo è assente nella campagna elettorale che si vive sia nazionale che regionale. Il faro da seguire non è l'uomo, bensì la conferma delle proprie posizioni di potere o la riconquista. Accade nella destra-centro che candida nel collegio di Marsala all'uninominale della camera la Fascina, pseudo moglie di Berlusconi. Un aneddoto, un conoscente mi ha detto: "ma la ragazza non dico Lilibeo, ma la Trinacria sa dove si trova?". Vi immaginate un suo comizio a Porta Nuova accompagnata dal Caimano, la pletora di forzisti di ieri Giulia Adamo, Patrizia Montalto, l'assessore Oreste Alagna e di oggi: Stefano Pellegrino, Toni Scilla, il presidente del consiglio comunale lilibetano Enzo Sturiano. Di domani chi vivrà, vedrà.
Nel centrosinistra pure, la Furlan al maggioritario del senato. Considerato che i collegi sono definiti blindati ad appannaggio della droite perché la left non ne abbia fatta un'occasione di formazione politica della nuova classe dirigenziale del territorio, resta il solito mistero a quelle latitudini. Il trio Lescano-Meloni, Salvini e Berlusconi -ha scelto l'usato sicuro, ma a sinistra si chiedono: Maramo perché sei morto, pane e vin non ti mancavan, l'insalata era nell'orto -i consensi-una casa, avevi tu-l'identità-. È indiscutibile un contemporaneo Umanesimo deve ripartire dal territorio, dall'ascolto delle sue istanze, da una visione d'insieme della nazione che valorizzi le sue peculiarità.
Vittorio Alfieri