Si accinge a tagliare il traguardo la prima edizione del Segesta Teatro Festival,
la rassegna di arti performative con la direzione artistica di Claudio Collovà, in programma fino al 4 settembre al Parco Archeologico di Segesta diretto da Luigi Biondo, fra il Teatro Antico, il Tempio di Afrodite Urania e i comuni limitrofi: Calatafimi Segesta, Contessa Entellina, Custonaci, Poggioreale e Salemi.
Gli appuntamenti in calendario dal 27 agosto al 1° settembre, fra cui una nuova prima nazionale, si inscrivono in alcune delle peculiarità di questa prima edizione del festival: la diffusione della programmazione nei territori limitrofi al Parco Archeologico, il dialogo con Ierofanie Festival di Naxos, nell’ottica di una collaborazione fra parchi archeologici della Sicilia e tra festival e istituzioni culturali; e la riflessione sul concetto di Sacro che ha attraversato entrambi i festival.
Densissimo il programma del 27 agosto. Si inizia di buon mattino all’Ex Convento di San Francesco a Calatafimi Segesta con Danziamo la voce fino alla morte, seminario gratuito tenuto da Raffaele Schiavo, cantante, musicista, compositore, musicoterapeuta, ricercatore, autore e performer teatrale, nonché esperto di voce antica, di Polifonia e Canto degli Armonici. Il seminario, basato sul metodo VoxEchology, guarda all’orizzonte di “una mente relazionale” che “guidata da principi musicali aprirebbe a un’idea di società come sistema vitale polifonico, felice e altamente efficiente”. Nello stesso luogo, il pomeriggio del 27 agosto (e poi anche la mattina e il pomeriggio del giorno seguente), Schiavo terrà il workshop/laboratorio esperenziale dal titolo Il canto sacro e profano nella cristianità medievale che approderà a una performance finale al tramonto del 28 agosto. Il programma del workshop affronterà canti gregoriani, laudi e discanti, inni e danze, antiphonae e conductus, improvvisazioni in stile, tratti da importanti repertori di musica medievale sacra e profana, rivisitati attraverso esplorazioni timbriche ed elementi teatrali corpo-voce, tecnica del canto degli armonici e imitazione, bizzarra ed efficace, di strumenti a fiato e a percussione. Il progetto di Raffaele Schiavo, insieme al concerto di Giorgia Panasci, chiude il ciclo di programmazione condivisa con il Festival Ierofanie di Naxos. La giovane arpista siciliana si esibirà alle 22 del 27 agosto al Tempio di Afrodite Urania, insieme alla percussionista Giulia Perriera, in Manas, progetto di musica sperimentale per arpe e percussioni che rielabora la musica sacra e barocca con strumenti che richiamano l’antica spiritualità orientale: Manas è la forza sovrannaturale e impersonale, l’unione fra l’Umano e il Divino, il fuoco vivente che dà alla mente umana l’autocoscienza e la percezione del sé.
Prima del concerto, però, il consueto appuntamento al tramonto al Teatro Antico: in scena, in prima nazionale, Il canto dei giganti. Primo movimento: il figlio cambiato, uno spettacolo fra teatro e musica diretto a quattro mani da Manuela Mandracchia e Fabio Cocifoglia, musiche originali Agricantus. Lo spettacolo è una rilettura dei vari testi in cui Pirandello affronta i temi del figlio cambiato in un dialogo serrato con la musica e le sonorità degli Agricantus, band pioniera della contaminazione fra world music di impronta mediterranea e musica elettronica. In scena Fabio Cocifoglia, Manuela Mandracchia, Mario Crispi (strumenti a fiato etnici, chitarra, voce), Chiara Minaldi (voce, pianoforte), Mario Rivera (basso acustico, chitarra, voce).
Sempre al Teatro Antico, il 29 e 30 agosto andrà in scena Vincent van Gogh. La discesa infinita, in prima nazionale, performance teatrale scritta e diretta da Paola Veneto, ispirata dalla biografia del pittore olandese scritta da Giordano Bruno Guerri.
Fra ricordi, suggestioni e lettere originali, la performance vede alternarsi sul palco i personaggi di Van Gogh, Sartre e Artaud in una sorta di danza fra la “fotografia” della vita del grande genio e la riflessione sulla follia dell’Artista. L’arte, il colore e la passione per la vita - che si trasfigurano sulla tela dell’artista fino a ucciderlo nella gabbia della solitudine - sono al centro di questa pièce, che respira e palpita al ritmo unico e inimitabile di uno degli artisti più stupefacenti e controversi di tutti i tempi. In scena Giordano Bruno Guerri (Se Stesso), Antonio Gargiulo (Vincent van Gogh), Marco Paparella (Theo van Gogh, Sartre, Gauguin, voce narrante), Edoardo Barbone (Antonin Artaud), Paola Tarantino (Elisabeth van Gogh, Sien, Adeline Ravoux), Riccardo Avati (Studente di storia dell’arte).
Prima della grande chiusura del 4 settembre con l’opera di Salvatore Sciarrino, infine, il Segesta Teatro Festival il 1° settembre apre le porte al Festival della Bellezza ospitando due fra i maggiori filosofi italiani contemporanei, Umberto Galimberti, che discuterà di Sapienza greca analizzando lo spirito della civiltà ellenica tra essere e logos, al Teatro Antico alle 19; e Massimo Cacciari, che parlerà di Mito e tragedia greca alle 21.15 al Tempio di Afrodite Urania, una riflessione filosofica sulla tragedia che evoca miti e tabù della grecità espressi in epocali opere teatrali.
Biglietti disponibili, anche con possibilità di abbonamenti, al botteghino del Parco oppure online sul sito di CoopCulture www.coopculture.it/it/eventi/evento/segesta-teatro-festival/ o su www.vivaticket.com/it/tour/teatro-di-segesta-festival-2022/778.