Un tempo lungo senza avere la capacità di leggere un rigo o quasi, questa è stata la mia estate, ma mai smettendo di vedere ciò da cui ero circondato e analizzando o provando a farlo e dandomi delle risposte che avessero un senso.
La cura. Prendersi cura di qualcosa. Ecco, questo tempo di lunga osservazione mi ha portato poi ad un esercizio con altre persone attorno ad un tavolo agostano a lavorare per un obiettivo comune - e pur con sensibilità diverse - uniti a curare una parte del tutto ovvero di un progetto per qualcosa di più alto di un interesse particolare: un qualcosa per la Comunità. E aleggia nuovamente quanto dicevo prima, capendo in modo tattile come tutto può cambiare con poco, fare un passo indietro per farne due avanti tutti.
Dicevo di questa mia incapacità e trovo una risposta in una poesia di Valerio Magrelli (Exfanzia, Giulio Einaudi 2022) che mi piace citare per esteso
“ Chi fa questo mestiere,
lavorare studiando,
a volte pensa che i libri lo arricchiscano.
Non è così: ci divorano vivi,
ci divorano e spolpano,
ci scavano e assottigliano.
Più vivo, più dimentico tutto quanto sapevo.
Non so più niente; anzi,
sono spazzato via da ciò che ho letto.
Mi riduco a una briciola, corroso,
eroso da tutte quante quelle storie
che hanno soffiato anni e anni su di me.
I libri ti lavorano, come il vento la roccia.
Ogni libro che leggo, mi lima,
mi cancella e smeriglia, aspro agente atmosferico.
Più leggo, più sparisco:
mi atrofizzo,
polverizzato dalle parole altrui.
E proprio quando ho compreso che ero corroso smerigliato da anni di letture di fotografie di tanto passato al setaccio dal mio cervello (al punto che mi ha dato una risposta fisiologica, basta per un po’) scoprire che puoi concretamente contribuire ad un corso delle cose per un cambiamento, mettendoti al servizio e restituire.
Un libro può anche renderti più ricco, e resta lì con te; avere contezza dopo oltre un mese di lavoro ( e in questo tempo c’è una vita di sedimento e studio di tanti di questo gruppo) che saperi curiosità e voglia di fare - messi a sistema - possono diventare politica culturale e incidere su un cambiamento è altra cosa. Dà gusto, restituisce un sapore antico quasi artigiano di fare con garbo. Un’anarchia di pensiero controllata (so che è un ossimoro), ma utile alla causa.
All’orizzonte molte possibilità per questa Città - attorno al mondo libro e non solo - e tutte in un lasso ridotto di tempo, e ci obbligheranno ad un cambio di paradigma nel quale credo da sempre ovvero da soli non si va da nessuna parte; poi nel disordine costante delle mie letture (ebbene si lento pede ho ricominciato) trovo questo “ la realtà che esiste è solo quella che riusciamo a immaginare” e va bene l’immaginazione, ma abbiamo l’esigenza prepotente di visioni concrete e di volare alto mettendoci in gioco tutti, avendo la capacità di disinnescare però e credendo in una scommessa, in un cambiamento che è nelle cose ormai.
Chi semina utopia raccoglie realtà, e la semina richiede molta cura
giuseppe prode