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11/09/2022 06:00:00

Reddito di cittadinanza. Uno su 10 lo prende in provincia di Trapani. Ecco cosa vogliono fare i partiti

Nonostante i controlli, e i tanti furbetti che vengono beccati dalla guardia di finanza, sempre più siciliani chiedono il Reddito di cittadinanza.

E i dati dell’Inps indicano l’isola come la seconda regione d’Italia per percettori del sussidio. Un dato che influenzerà, e non poco, la campagna elettorale per le elezioni politiche. Su oltre 5 milioni di abitanti in Sicilia percepiscono il sussidio 273.350 famiglie, cioè 661.463 componenti. Il dato è relativo ai primi sette mesi del 2022, poco più basso del totale del 2021. Ma le richieste di sussidio continuano ad arrivare. E in provincia di Trapani? Secondo i calcoli dell’Inps sono 38.821 i percettori del reddito. E’ un dato molto alto se consideriamo il totale degli abitanti (anche bambini, anziani, lavoratori) di 430 mila. Cioè quasi un cittadino su 10 della provincia di Trapani prende il reddito di cittadinanza. Le persone attualmente coinvolte, guardando le altre province, sono 35.359 ad Agrigento, 21.698 a Caltanissetta, 124 mila a Catania, 11.043 a Enna, 46.351 a Messina, 161.970 a Palermo, 18.772 a Ragusa, 38.660 a Siracusa. L’assegno medio è di 620 euro, ma si sa bene che nel caso di single con contratto d’affitto la cifra può arrivare fino a 1.300 euro. Ed è, secondo voci sempre più insistenti, lo stratagemma preferito dai giovani soprattutto nei piccoli paesi, dove fingono un distacco dalla residenza dei genitori trasferendosi in seconde case, per poi arrotondare il mensile con lavoretti in nero.
E poi ci sono i furbetti, quelli che prendono il reddito ma lavorano in nero. Un doppio guadagno, a spese dello Stato, di tutti i cittadini onesti che lavorano. Anche per questo tutti i partiti vogliono modificare il reddito, ma c’è chi vuole eliminarlo, chi vuole potenziarlo. Vediamo, allora, come vogliono muoversi gli schieramenti in campo nelle prossime elezioni politiche sul reddito di cittadinanza.


Le proposte dei partiti
Cosa vogliono fare i partiti con il reddito di cittadinanza? Quasi tutti sono concordi che così come funziona adesso non va molto bene.
Il centrodestra, nel suo programma, parla di “sostituzione dell’attuale reddito di cittadinanza con misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e inserimento nel mondo del lavoro”. Un po’ vaghi. Il messaggio che è arrivato ai più che la Meloni, quindi Fratelli d’Italia, vuole eliminare il Rdc. Nelle scorse settimane la leader di Fratelli d’Italia ha detto, in effetti, che vuole sostituire il reddito con “uno strumento a tutela dei soggetti effettivamente fragili: disabili, over 60, famiglie con minori e privi di reddito”.
La Lega di Salvini parla di “revisione” mantenendo il sussidio per i “percettori non idonei al lavoro”, modificando gli importi in base alle soglie di povertà dei vari territori. L’idea della Lega è di trasformare il Rdc in un “ammortizzatore sociale finalizzato all’occupazione”: corsi di formazione, incentivi fiscali, etc.

Anche nell’altro schieramento si pensa di modificare il Rdc. Il Pd parla di “ricalibrare” il sussidio, seguendo le indicazioni fornite dal Comitato scientifico per la valutazione del reddito di cittadinanza. Il Pd fa sue le tre proposte avanzate dal Comitato: revisione dei criteri che al momento penalizzano le famiglie più numerose, possibilità di conservare una parte del sussidio nel caso in cui trovino occupazione per non disincentivare la ricerca di lavoro e arginare il lavoro nero, riduzione dei 10 anni di residenza in Italia richiesta per accedere al sussidio. Gli alleati del Pd, Sinistra Italiana e Europa Verde, invece puntano a “difendere e rafforzare il reddito secondo le previsioni del rapporto del Comitato con l’obiettivo strategico di arrivare a un vero reddito universale di base”.


Nel programma del Terzo Polo si chiede lo stop al sussidio dopo un primo rifiuto di un’offerta congrua, un limite di due anni per trovare lavoro a cui segue la riduzione di un terzo e la presa in carico dai servizi sociali comunali. Un’altra richiesta è che le agenzie private possano accedere ai dati dei Centri per l’impiego e li affianchino nella ricerca di lavoro e di usare Its e scuole di formazione per riqualificare i percettori

Inutile dire che il Movimento 5 Stelle non vuole toccato il Reddito di cittadinanza, la misura che più di tutte ha voluto, e che li tiene a galla nello scenario politico. Anzi, Giuseppe Conte, parla di “rafforzamento” della misura, specificando che intende puntare su “misure per rendere più efficiente il sistema delle politiche attive. Monitoraggio delle misure antifrode”. Giuseppe Conte ha definito “una vergogna chi vuole toglierlo. Continueremo a lavorare per migliorarlo perché è una riforma complessa. Ma, secondo l’Istat, con questa misura abbiamo salvato dalla povertà un milione di cittadini”.

 Rossana Titone