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16/09/2022 06:00:00

Agroecologia, la Sicilia prima in Europa, ma manca la firma di Scilla per il decreto attuativo

 Prima regione in Italia per quel che riguarda la superficie destinata all’agricoltura biologica (370mila ettari, circa ) la regione siciliana da un anno ha aggiunto un nuovo rilevante elemento al suo, per nulla scontato e non certo privo di ostacoli, percorso di conversione.

Il sistema agroecologico, nel quale si integrano la produzione agricola in biologico, le pratiche a favore della tutela del territorio e della fertilità del suolo, della qualità dell’acqua, della gestione degli scarti, della valorizzazione e tutela della biodiversità, di tutta la filiera sostenibile dei consumi, ha avuto il 21 luglio del 2021 un riconoscimento per legge attraverso il voto unanime dell’Assemblea Regionale.

La legge prevede anche attività di formazione e di educazione verso queste pratiche, perché sia attuato (principio di precauzione) il diritto alla salute e la certezza della sanità di ciò che mettiamo in tavola.

Naturalmente, l’attenzione delle reti e delle associazioni di tutela del territorio, del mondo contadino e dei consumatori consapevoli e’ molto alta, a cominciare dal controllo sulle norme attuative del decreto.

Ebbene, a distanza di oltre un anno dall’emanazione della Legge, l’Assessore all’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, Antonio Scilla, non ha ancora firmato il decreto di attuazione della stessa.

A sostenerlo e’ il Coordinamento Agroecologia, costituito in Sicilia tra Associazioni Sindacali, Ambientalistiche, Organizzazioni di Categoria e Reti d’Impresa,

La mancanza, a tutt’oggi, dell’emanazione del decreto sta mettendo in seria difficoltà tutte quelle aziende che, volendo effettuare il passaggio al sistema agroecologico, si trovano nell’incertezza più assoluta, non potendo predisporre gli interventi colturali per tempo, rischiando così di perdere l’annata agraria 2022-2023, subendo così un notevole danno economico ed ambientale.

La legge di cui parliamo è stata approvata, ripetiamo, all’unanimità dall’Assemblea regionale siciliana, per avviare una sostanziale riforma dei sistemi di produzione agroalimentare, per venire incontro alle questioni relative ai cambiamenti climatici, al miglioramento della qualità degli alimenti e a tecniche di produzione che salvaguardano il territorio e l’ambiente.

Purtroppo, nonostante il Parlamento regionale si sia distinto per lungimiranza ponendosi all’avanguardia addirittura in Europa, recependo all’interno del Green Deal, gli obiettivi congiunti del Farm to Fork e della strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030, l’Assessore Toni Scilla, a dispetto della sua maggioranza e del suo Governo, sembra remare contro o, per lo meno, si sta rendendo responsabile di un ritardo incomprensibile e molto pericoloso.

Per questo motivo il Coordinamento Agroecologia, di cui fanno parte 33 associazioni sindacali, ambientalistiche, organizzazioni di categoria e reti d’impresa, hanno inviato una nota di sollecitato allo stesso Scilla e al dirigente dell’assessorato Dario Cartabellotta per ottenere la firma del decreto attuativo.

Ad oggi, però, tutto tace. Si rischia di perdere l’annata agraria 2022-2023.

Franco Ciro Lo Re