L’amministrazione comunale di Castelvetrano replica alla nota di Italia Nostra (ne abbiamo scritto qui) che aveva contestato la scelta di rinuncia alla quota di proprietà della Torre del Giglio.
In un comunicato, che potete leggere qui integralmente, chiarisce la vicenda in base alle condizioni economiche del comune e allo stato della proprietà del bene.
L’ente, si legge nella nota, “potrebbe essere proprietario soltanto di un terzo e non dell’intero edificio. E quindi, dovrebbe fare i conti con chi detiene la maggioranza della proprietà, per ogni scelta”.
La proprietà intera sarebbe stata offerta gratuitamente dal 2011, alle amministrazioni Errante e Pompeo, che anche se verbalmente avevano accolto la proposta, “non hanno mai attivato le procedure per una formale accettazione”. Anche la donazione di uno degli eredi fatta al comune, avvenuta nel 2015, “non è stata mai accettata formalmente dall’allora amministrazione Errante”.
E poi, se la torre diventasse un bene comunale, sarebbe “un centro di costi” che, in dissesto finanziario, complicherebbe le già presenti difficoltà nella chiusura dei bilanci.
Impossibile, dunque, reperire i fondi per acquistare le altre due quote o per ripristinare l’edificio, che è pericolante e minaccia l’incolumità pubblica.
Inoltre, “i conseguenti costi elevati sarebbero a discapito di più importanti interventi per i servizi essenziali alla cittadinanza”.
Sul coinvolgimento della Regione Siciliana invece l’amministrazione fa sapere che “le numerose interlocuzioni con l’Assessorato Regionale competente e la Soprintendenza per la Vasca Selinuntina, sono state vane, per cui appare improbabile che si trovi accoglimento per la Torre del Giglio”.
Infine, sul rischio di snaturamento dell’edificio, rimane la certezza che “né il vincolo della Soprintendenza, né la destinazione d’uso, potranno essere ignorate dal privato, tanto meno modificate arbitrariamente”.
Pubblichiamo di seguito una nota di Italia Nostra a commento di quanto diffuso dall’amministrazione comunale:
In due comunicati, prima del voto del Consiglio Comunale e dopo il voto, abbiamo indicato all’Amministrazione commi ed articoli della legislazione vigente (D.Lgs 42/2004) che consentono di intervenire per la tutela della Torre del Giglio, senza la necessità di pesare sulle casse comunali e a prescindere dalle quote di proprietà. Spiace rilevare che il Sindaco, in una nota di “precisazione”, anziché entrare nel merito delle questioni poste, magari attraverso un parere dell’Ufficio Legale, dimostri di considerare che il “Codice dei Beni Culturali”, cioè la legislazione più avanzata in Europa di tutela dei Beni Culturali, conduca ad “interlocuzioni vane con la Soprintendenza”. Quanto ad altre considerazioni espresse dal Sindaco in riferimento alla nostra Associazione, riteniamo che 67 anni di interventi che hanno contribuito alla salvaguardia dei Centri Storici delle più belle città Italiane, come Roma e Bologna, siano una risposta sufficiente a dimostrare quale sia il nostro esclusivo interesse.
Restiamo comunque a disposizione per suggerimenti più specifici, disponibili a coinvolgere per la risoluzione del problema anche i nostri organismi nazionali.