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28/09/2022 14:00:00

Il dopo voto: l'egemonia della Meloni, il consueto "psicodramma" del PD

Non ci sarà un ritorno al fascismo perché la nostra democrazia possiede gli anticorpi per arginare una deriva autoritaria. Personalmente si venderebbe l'anima al diavolo, come il doctor Faust alchimista personaggio di un racconto popolare tedesco che dopo averlo invocato si offre di servire Mefistofele per un periodo di tempo quasi un quarto di secolo al prezzo appunto della sua anima che gli consentirà la conoscenza assoluta, per evitare che le camicie nere sfilino nuovamente a piazza Venezia.

Sin dal primo minuto dall'immancabile maratona Mentana il successo di Fdi e della sua presidente Giorgia Meloni era più che palese, al termine dello spoglio si è attestato sul 25,99%. Nella notte del 26 settembre in una dichiarazione nel suo quartiere generale l'ex ministra della gioventù ha riferito che alla fondazione del partito citò S.Francesco: "Cominciate col fare il necessario, poi ciò che è possibile e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile", non oso immaginare la reazione del frate povero sulla politica migratoria che professa il blocco navale, che tra l'altro è inattuabile.

Berlusconi nella sconfitta rispetto al 2018 resta un genio può avere la golden share sulla destra destra-centro al senato e retribuisce la sua infermiera-Ronzulli-eletta a palazzo Madama e la pseudo moglie-Fascina- eletta a Montecitorio,i marsalesi hanno partecipato perché ciò accadesse, con il danaro dei contribuenti. Debacle della Lega per Salvini la responsabilità è dei governativi Draghiani, il riferimento trasparente è a Giorgetti, ma Zaia individua nel segretario il colpevole. Nel PD è in atto il consueto psicodramma e la resa dei conti tra le quattro correnti, AreaDem - Dems- Base riformista-Giovani turchi, e durerà sei mesi fino al prossimo marzo quando si terrà il congresso e Letta ha dichiarato che non si ricandiderà, questo conflitto riguarderà anche il circolo territoriale del partito lilibetano -istanza retorica- la cui candidata è stata più che raddoppiata da due colleghi e probabilmente superata da un altro. Il terzo polo come ama definirsi il nuovo partito -???- Azione&Italia Viva si è risvegliato quarto, perché il terzo è il M5S che, nonostante abbia perso il 50% riesce a sorridere perché temeva l'estinzione. Uniche certezze post elettorali: l'egemonia della Meloni, la Costituzione per essere cambiata potrà passare al vaglio referendario e l'ufficio dimissioni è sempre serrato nel Belpaese.

Vittorio Alfieri