A Trapani si fa la conta dei danni non solo materiali anche di quelli morali,dopo l'ennesima alluvione che ha colpito il territorio.
Perché oltre al disastro tangibile c’è un aspetto che non viene nemmeno sfiorato: la paura che i cittadini hanno avuto, che i bambini si sono trovati a gestire dentro una scuola sicura ma qualcuno gli ha dovuto spiegare perché uscivano dopo l’orario scolastico. Dei giorni persi per le scuole chiuse per l'allerta meteo.
Immagini che difficilmente verranno dimenticate ma che, invece, non sfiorano la politica se non per imbastire l’ennesima polemica oltre all’ennesimo rimpallo di responsabilità.
Intanto tra le chiacchiere dei politici, e i comunicati stampa che piovono a pioggia, per restare in tema, non si capisce se questa relazione dell’Esercito c’è o no, anche se pure Salvo Cocina, Capo della Protezione Civile in Sicilia, più morbidamente dice quasi la stessa cosa.
Al netto degli atti di accusa, che pure qualcosa varranno poiché non arrivano da una chiacchierata al bar, la questione poi è diventata politica.
Fratelli d’Italia, che il giorno del nubifragio avrebbe dovuto per rispetto dei fatti e delle tante famiglie costrette a dormire fuori casa fare silenzio, ha deciso di lanciare un attacco frontale a Tranchida: bilancio non approvato, consuntivi del 2020 e del 2021 non approvati: “Cosa aspetta Tranchida a dichiarare il Comune in dissesto finanziario? Paradossalmente un’operazione verità gli potrebbe consentire di trovare soluzioni diverse per recuperare un’azione amministrativa mirata esclusivamente ad efficientare i servizi essenziali alla città”.
La nota, che porta la firma di Maurizio Miceli e di Nicola Catania, deputato eletto per i meloniani in provincia di Trapani, non lascia alcun dubbio e attacca anche Dario Safina, già assessore del sindaco Giacomo Tranchida, con delega ai Lavori Pubblici, ora consulente dello stesso e parlamentare regionale in quota Pd: “Si è addirittura avventurato qualche giorno fa a tentare di spostare la questione sulla Regione siciliana in merito alla mancata dichiarazione dello stato di calamità naturale cercando, grossolanamente, di distrarre l’attenzione sulla mera questione Trapani, che lo ha visto, assieme al suo sindaco, principale attore e responsabile del disastro che si è verificato, facendo riferimento addirittura alla città di Castelvetrano come a dire mal comune mezzo gaudio, mentre a dirla tutta le vere responsabilità sono da addebitare a una mala gestione della cosa pubblica che è individuabile senza ombra di smentita nella inefficienza già dall’indomani dell’insegnamento della giunta Tranchida”.
Senza perdere tempo è arrivata la risposta di Dario Safina che li taccia di sciacallaggio politico: “Non conoscono come funzioni veramente il sistema fognario di una città, capisco che il Sindaco Catania ha l'esperienza di amministratore di una città piccola come Partanna e mai si è cimentato con realtà più grandi come, invece, il capoluogo è, quindi non ha idea di come si amministri un Comune più grande”.
Safina fa la difesa di ufficio del sindaco Tranchida, senza mai citarlo, ma senza nemmeno girarci attorno indica Catania, e tutti gli amministratori di piccole città, come sindaci di serie B.
In verità quando si decide di scendere in campo e di assumersi responsabilità pubbliche non si guarda al censimento della popolazione, difficilmente si trova il villaggio dei Puffi, ma si guarda alla capacità di dare risposte alla cittadinanza. E poi con fare ancora più saccente continua: “Bastava che me lo chiedesse, sarei stato disponibile assieme a tutti gli altri amministratori in carica nel Comune di Trapani, a spiegarglielo. Evidentemente a lui interessa più fare sciacallaggio politico sfruttando le difficoltà altrui per fare da sponda alle ambizioni del suo coordinatore provinciale Maurizio Miceli”.
Safina difende il sindaco ma anche il suo operato da assessore e lo fa legittimamente dimenticando, però, che oggi è uno dei deputati regionali dell’intera provincia di Trapani e non solo della città del suo sindaco, dimenticando che in quei 25 Comuni c’è anche Partanna, Buseto Palizzolo, Santa Ninfa, Gibellina e tutte quelle città non così popolose.
Infine spiega perché la manutenzione subisce ritardi: “Ribadisco, in merito, che per fare le manutenzioni straordinarie e le fogne ci vogliono decine di milioni di euro e nessuno degli Amministratori della città di Trapani ha mai avuto la possibilità di averli questi milioni. Ribadisco, qualora Catania e Miceli non se ne fossero resi conto (ma sono certo che lo sappiano e che fanno finta di nulla per attaccare, con opera di sciacallaggio politico, i loro avversari) che la dimostrazione che siamo davanti ad eventi climatici e meteorologici straordinari è davanti agli occhi di tutti con quanto accaduto a Misiliscemi e in altre parti della provincia di Trapani”.
Termina sostenendo che l’Esercito non ha fatto una ispezione: “Ringrazio doverosamente l'Esercito per l'aiuto alla città di Trapani ma non mi risulta che abbiano fatto video ispezione delle nostre fognature, sondaggi e scavi... quindi come possono dire qual è la condizione della nostra rete fognaria? Mi piacerebbe leggere questa relazione perché, a differenza di Catania e Miceli, sono abituato ad avere prove per additare chicchessia”.
Lo stile di Safina è il copia e incolla di Tranchida, chi sostiene tesi contrarie alle loro non asserisce il vero ma è un ignorante: “In merito al deflusso dell'acqua nel solo capoluogo, anche in questo caso Miceli e Catania (ed altri loro sodali politicamente ed amministrativamente ignoranti) non sanno o fanno finta di non sapere che oggi, su Trapani città, sono caduti all'incirca 30 mm di acqua in un'ora e mezza e non gli oltre 100 caduti in un'ora nei giorni scorsi”.