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19/10/2022 06:00:00

Il fango di Misiliscemi e la campagna elettorale a Trapani

In mezzo al fango di Misiliscemi e di Salinagrande c’è un mare di polemica e altrettanta contrapposizione da non riuscire a venirne a capo.


Tutti si accusano tra di loro, si chiede il confronto, si chiede la testa politica del sindaco Giacomo Tranchida, si elencano i disastri di questi anni di amministrazione ma in verità non c’è una sola proposta alternativa se non la lamentela fine a se stessa. Continua e petulante. A tratti anche fastidiosa, perché bisognerebbe capire che se ci si lamenta di qualcosa l’azione successiva è dire cosa fare per risolvere quello stallo o quel problema.


In consiglio comunale le opposizioni sono chiare, le due consigliere di Cinque Stelle sono sempre state dalla stessa parte e hanno anche le idee chiare sulla loro di alternativa, che non finirà con coincidere con quella del PD, cioè Tranchida.
In questo mare magnum di contrasti, a parte le posizioni assunte da alcuni, chiare peraltro da anni, tra cui anche Giuseppe Lipari, Anna Garuccio e, adesso, anche di Giuseppe Guaiana, non emerge un nome chiaro su cui puntare per fronteggiare il sindaco uscente.
Il nome non c’è. I partiti e i movimenti sono stati tutti miopi finora, hanno coltivato orti così piccoli da essere irrilevanti o, peggio, hanno fatto incetta di consiglierei comunali che poi hanno perso per strada, perché non è la folla che crea il consenso ma la sostanza che aderisce ad un partito, con serietà.


Il 2023 è l’anno in cui Trapani torna al voto, giorni questi di grande baraonda sui social, di botta e risposta che non nobilita la politica, nemmeno chi cade o alimenta la provocazione, semmai si crea maggiore disagio e disaffezione.
Chi è l’alternativa a Tranchida? Chi è che può contrastare il sindaco uscente, che ha sempre dimostrato con i numeri e con il suo carattere di essere un animale politico?

La verità è che c’è il deserto, ci sono pochi esponenti della vecchia politica che pensano di fare la guerra, e di vincerla, senza avere numeri e dividendosi in cespugli piccoli.
Divisi e perdenti, come ad Erice, uniti ma belligeranti tra loro, pronti ad assumere una leadership in maniera del tutto decontestualizzata e senza una vera forza delle idee e numerica poi.

Infine a Trapani c’è chi gioca su più tavoli, paura di schierarsi, paura di venire fuori e di mettersi in gioco, paura di essere giudicati, paura semplicemente di non essere all’altezza.
Tranchida sarà il nuovo sindaco di Trapani, sarà riconfermato dai cittadini, possibilmente anche dagli stessi che lo contestano oggi, perché in assenza di altre figure credibili e spendibili, dotate pure di una certa autorevolezza, il trapanese medio non si affiderà a nessun altro.