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15/11/2022 12:00:00

La crisi della pesca a Mazara, CIFA Trapani: “serve l’unità del comparto”

“Di fronte al problema del caro gasolio, alle nuove sfide del mercato e alle sempre più stringenti normative e divieti delle zone di pesca del Mediterraneo, ora più che mai risulta necessaria l’unità del comparto pesca di Mazara del Vallo”. Questo quanto auspicato dal presidente di C.I.F.A. Trapani, Gaspare Ingargiola, intervenendo in merito alla grave crisi che attanaglia quella che ancora oggi, considerate le sue dimensioni, è la più grande marineria d’Italia.

“Siamo fiduciosi –sottolinea l’avv. Filippo Inzirillo, dirigente Area Legale Amministrativa e Civile C.I.F.A Trapani– che il nuovo Governo Meloni metta in campo aiuti concreti per il comparto per far fronte al caro energia: non è possibile che il gasolio a Mazara del Vallo si paghi oltre un euro al litro, mentre ad un centinaio di miglia, nelle coste nordafricane, lo stesso viene pagato a meno della metà; le imprese pescherecce mazaresi esercitano la loro attività negli stessi areali di mare delle sempre più forti flotte dei Paesi rivieraschi, l’attuale situazione arreca loro pertanto ancor più svantaggi sul mercato del pesce. Inoltre –si interroga Inzirillo - come si fa a parlare di sostenibilità ambientale, oltre che sociale ed economica, del sistema pesca quando i pescherecci mazaresi sono costretti a lavorare tutti nelle stesse zone di mare in quanto altre, seppur acque internazionali e ove storicamente i pescatori siciliani esercitano, con molti sacrifici, la pesca del rinomato gambero rosso, sono precluse, vietate, dallo stesso Governo italiano?”

Gaspare Ingargiola così ribadisce: “oggi più che mai serve è una coesione di intenti da parte di tutti, un voce unitaria, senza individualistiche fughe in avanti, che rappresenti le problematiche del comparto della pesca di Mazara del Vallo che rischia altrimenti di non sopravvivere. I nostri pescatori, spesso protagonisti di salvataggi di migranti in mare, non possono pagare il prezzo degli interessi di grandi gruppi economici, delle lobby dell’energia”.