Oltre 15mila presenze nel Trapanese per Le Vie dei Tesori. Numeri che portano indietro il calendario agli anni straordinari prima della pandemia e che in totale in Sicilia registrano 250 mila presenze.
Palermo sfiora i 166 mila visitatori e Catania sale e supera i 16 mila; complessivamente un incremento del 23 per cento rispetto all’anno scorso. Exploit di Termini Imerese che, trainata dall’attesa riapertura del Grand Hotel delle Terme, supera le settemila presenze; di Scicli che quasi triplica i suoi visitatori e della debuttante Alcamo che si arrampica sui suoi castelli. Messina ritrova i tempi d’oro, Caltanissetta raddoppia la performance; e così anche Trapani che trascina anche Marsala e Mazara; Enna che conferma e amplia la performance di debutto, Ragusa va per palazzi sontuosi. Funzionano le altre città della provincia di Palermo, quindi Bagheria, Cefalù e Carini. E, fuori dalla Sicilia, raddoppia le presenze Mantova.
Le città Trapanesi si confermano una grande attrazione - Si conferma quella che è ormai una sicurezza, ovvero la grandissima attrattività del Trapanese che quest’anno mette insieme oltre 15.830 presenze, anche in questo caso in crescita di tremila visitatori rispetto al 2021, trainate proprio da Trapani che raddoppia i suoi numeri, e sale a 9.168 presenze. Mazara del Vallo punta sulle chiese e i mosaici restituiti e amati da 3.344 visitatori, mentre Marsala punta sulle sue cantine e sulle esperienze e mette insieme 3.318 presenze. Grande risultato per Alcamo che partecipava al festival per la prima volta: andar per castelli piace parecchio ed ecco allora un debutto che vale 3955 visitatori. Entusiasti e curiosi i visitatori di fine estate nella quarantina del Borghi dei Tesori Fest: hanno funzionato il “contagio” tra comuni, l’aggregazione, le esperienze. Trapani che accanto alla chiesa dei Misteri, aggiunge due luoghi che sono in stretto contatto con il mare: la Torre di Ligny e il carcere della Colombaia che si raggiungeva su una barca d’epoca. Marsala e Mazara procedono sempre di pari passo: la prima ha puntato molto sulle esperienze (gettonatissimi i percorsi guidati alle storiche cantine Florio e alle cantine Pellegrino), ma anche alla Chiesa del Purgatorio; invece Mazara ha puntato sulle chiese riaperte alla città: la normanna san Francesco, con al sua cripta, ha condotto alla scoperta di San Nicolò Regale ma anche dei mosaici romani che vivevano al di sotto.
Le altre città - Tra le quindici città siciliane, come sempre Palermo – dove il Festival è nato nel lontano 2006 - svetta con le sue 166 mila presenze in cinque weekend e si conferma uno degli appuntamenti culturali più importanti della città. Dopo Palermo, ecco Catania che nello stesso periodo mette insieme 16.890 visitatori, tremila in più rispetto allo scorso anno. Nelle altre città il Festival si è svolto invece per tre weekend. Dopo l’exploit dello scorso anno, Enna ha messo insieme un programma forse anche più bello, ha aperto chiese chiuse da sessant’anni dinanzi cui i cittadini si son messi in coda: ed è cresciuta fino a 4.919 visitatori in tre weekend. Messina è sbocciata e ha raddoppiato i numeri dello scorso anno: 7.466 visitatori tra il cuore storico ma anche i borghi rurali intorno e i siti da raggiungere nel cuore dei Nebrodi; e ha più che raddoppiato anche Caltanissetta con i suoi 3.409 visitatori indecisi tra antiche ville, miniere e spazi d’arte, e quindi li hanno scelti tutti. Nel ragusano, una bellissima sorpresa è quella di Scicli: piccola, barocca, sede di set, con le chiese che paiono merletti, piaciute a 5.980 visitatori, il doppio dello scorso anno; e con Ragusa, tra palazzi sontuosi, cave e percorsi,raggiunge quasi le diecimila presenze nel Val di Noto. Nel Palermitano, exploit di Termini Imerese: 7.222 visitatori, che guidano il drappello completato da Bagheria (3.726 presenze), poi Cefalù (3.711) e Carini (3.289) . Infine Mantova, unica tappa fuori dall’Isola dove il festival si svolge ormai da cinque anni e dove quest’anno sono state raggiunte le 4351 presenze (di fatto si raddoppia lo scorso anno) e dove sono arrivati in tanti anche dai centri vicini per scoprire le misteriose architetture di Leon Battista Alberti o seguire il corso del Rio urbano.