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17/11/2022 06:00:00

Schifani fa la giunta. Ma la maggioranza già non c'è più all'Ars

Il presidente della Regione Renato Schifani ha completato la sua giunta, gli assessori regionali hanno giurato e ora, si spera, si mettano subito al lavoro. “Finalmente si parte: compatti, coesi, con la volontà di fare in modo che alcune cose possano cambiare nella macchina regionale. Ci aspettano grandissime emergenze da affrontare con estrema urgenza, da far tremare i polsi”.

E poi ancora il presidente: “La parifica di Bilancio 2020, con le contestazioni della Corte dei conti su cui la Regione sta predisponendo un'articolatissima difesa; il rendiconto generale 2021 e la conseguente parifica; l'esercizio finanziario del 2022, con il relativo rendiconto; la nuova Legge di Stabilità 2023 e il Bilancio 2023/25; la definizione e il completamento degli interventi a valere sul Pnrr; il completamento degli obiettivi previsti dai programmi comunitari la cui chiusura è fissata per il 31 dicembre 2023; l'avvio degli interventi della nuova programmazione 2021/27; la definizione di forme di aiuti per le famiglie e le imprese; la riorganizzazione dell'amministrazione regionale e l'apertura dei tavoli di confronto con il governo nazionale su questioni di particolare rilevanza per la Regione Siciliana, fra cui crisi Lukoil, autonomia differenziata, ponte sullo Stretto, trattativa con il Mef per la chiusura di un pre-contenzioso che ci vede creditori di circa 600 milioni per mancato incasso di accise relative alla sanità”.


Ha concluso con i buoni auspici: “Questa deve essere una Regione capace di attirare gli investimenti. Cercheremo di approvare le norme finalizzate a sveltire e accelerare i processi decisionali. Sarà una sfida perché occorrerà intervenire sia sul piano legislativo, ma anche su quello della burocrazia, che io rispetto. Ho istituito un comitato per vigilare sulla situazione del Pnrr: lavoreremo anche sul controllo dei flussi finanziari e costituirò un organo ristretto e autorevole, composto da persone di altissimo profilo istituzionale per verificare eventuali anomalie e scongiurare ogni rischio di aggressione della criminalità organizzata. Perché – ha voluto sottolineare Schifani - la mafia non è né di destra né di sinistra, ma punta soltanto a tutelare i propri interessi”.

Ma neanche il tempo di giurare che la maggioranza già non esiste più. E' subito andata sotto all'ars per l'elezione del vice presidente.  Fallisce il primo banco di prova: la vice presidenza dell'Assemblea siciliana va al M5s, con Nuccio Di Paola che ha ottenuto 35 voti su 68: ben 5 in più del totale dei deputati delle opposizioni (11 M5s, 11 Pd e 8 gruppi De Luca).

L'altro vice presidente è Luisa Lantieri (Fi), che ha ricevuto 32 voti.

Intanto si spacca Forza Italia in Sicilia.


A sancire la rottura è la costituzione all'Assemblea regionale di due gruppi parlamentari distinti: uno con 5 deputati è guidato da Miccichè che mantiene la carica di commissario del partito nell'Isola, nell'altro (con 8 parlamentari) è iscritto il governatore Renato Schifani, ed è presieduto da Stefano Pellegrino.

I due capigruppo hanno formalizzato alla segreteria generale dell'Ars la formazione dei gruppi, che però portano entrambi il nome di Forza Italia.


Molto critico sulla giunta è Cateno De Luca: “Questa giunta di governo è una grande delusione. Per 48 ore mi stavo innamorando di Schifani, un presidente che sembrava voler dire no alle impostazioni romane. Una illusione che è durata 48 ore. Siamo di fronte ad una giunta al ribasso che rispetto a quella che stiamo varando noi, con il nostro governo di liberazione, avrà filo da torcere”.


De Luca si riferisce alla giunta ombra che presenterà a breve: “La nostra sarà una giunta basata su competenze e non sull'essere moglie di qualcuno o lacchè di qualche altro. E siamo certi che le professionalità del nostro Governo di liberazione potranno anche essere di supporto a Schifani che ne avrà bisogno. Si ritrova infatti con buona parte della giunta frutto della bassa cucina della precedente gestione Musumeci. Noi, prosegue De luca, siamo pronti a far saltare anche i fornelli. L’inizio non è edificante per Schifani. Il Presidente è già alla seconda minaccia di dimissioni, continueremo a contarle. Constatiamo che questa maggioranza non è stata in grado neanche di mettere in atto una semplice operazione matematica. In questi giorni abbiamo lavorato per evitare che certi passaggi si consumassero in modo irreversibile. Noi non abbiamo consentito a nessuno di alzare il prezzo sulla nostra posizione e abbiamo anche fatto sapere che oggi siamo intenzionati a completare la formazione degli organi di governo del parlamento siciliano perché non consentiremo che si consumi la classica notte dei lunghi coltelli, così come non l’abbiamo consentito per l’elezione del Presidente del Parlamento Siciliano.”

Schifani soccombe a Fratelli d’Italia che chiede per se 4 assessori di cui 2 interni, cioè deputati eletti, e 2 esterni. Dopo lunghe trattative riescono a strappare l’accordo, il governatore subisce il primo fallimento politico e sa che da adesso la strada sarà tutta in salita a cominciare dalla spaccatura interna a Forza Italia: in Aula sono due i gruppi forzisti, il primo con capogruppo Gianfranco Miccichè, il secondo con capogruppo Stefano Pellegrino. Una follia che pare sia già approdata da Silvio Berlusconi, prove di forze inevitabili e che avranno un loro crescendo.

Elegge il suo capogruppo anche il Partito Democratico, è Michele Catanzaro: "E' un incarico di grande responsabilità ringrazio la segreteria regionale, i colleghi deputati e chi mi ha preceduto per la fiducia riposta nei miei confronti, lavorerò per l’unità del partito e per dare risposte immediate ai nostri elettori dando forza alle relazioni con il territorio e con le comunità locali che vogliono sentire vicine le istituzioni regionali. Il nostro ruolo in Parlamento nell'interesse dei cittadini sarà di opposizione forte e intransigente, ma saremo allo stesso tempo pronti a collaborare quando si tratterà di azioni concrete in favore delle nostre comunità”.


È Antonio De Luca, invece, il nuovo capogruppo del M5S all’Ars: “Ringrazio il collega Di Paola per il preziosissimo e proficuo lavoro portato avanti sinora. Continueremo a fare una opposizione intransigente ma corretta sempre nell’interesse dei siciliani. Sono orgoglioso di guidare questo gruppo che, oltre ad essere composto quasi al 50 per cento da donne (5 su 11), vede al suo interno tanti elementi con capacità, competenze ed esperienze differenti che sono certo faranno la differenza. Un affettuoso ringraziamento va anche ai colleghi della precedente legislatura il cui apporto al lavoro del gruppo è stato veramente notevole”.