Nel 1939 Gilberto Mazzi auspicava di avere mille lire al mese per una “casettina in periferia”. Nel 2022 basta avere un solo euro per acquistare un immobile situato in alcuni fra i borghi più belli d’Italia. E nella lista delle regioni troviamo la Sicilia al primo posto.
Ma cosa si intende esattamente per “case vendute/acquistate a 1 euro”? È davvero solo questo l’esborso?
Proviamo a rispondere a queste domande partendo da una premessa: l’Italia è un enorme museo a cielo aperto, il Paese al mondo con il maggior numero di siti Unesco. Peccato che molti centri urbani, sebbene rilevanti dal punto di vista artistico e monumentale, versano in totale stato di abbandono. Ecco che in questo contesto s’inscrive il fenomeno della vendita/acquisto di case a 1 euro. Spesso, infatti, si tratta di immobili fatiscenti da riqualificare in toto. I proprietari danno la disponibilità al comune a venderli al prezzo simbolico di 1 euro, dopodiché l’amministrazione comunale promuove il progetto e fa da garante della regolarità della compravendita. Sono a carico dell’acquirente una serie di oneri, come ad esempio:
- presentare, solitamente entro un anno dall’acquisto, un progetto di ristrutturazione e rivalutazione dell’immobile;
- sostenere le spese notarili per la registrazione, le volture e l’accatastamento;
- acquisire tutti i permessi per l’avvio dei lavori nei tempi stabiliti dal comune.
Insomma, gli euro spesi sono molti di più, ma ci troviamo ugualmente di fronte a un’opportunità che affascina e invoglia molte persone, anche straniere, a trasferirsi in centri meno caotici e dai ritmi compassati. Complice lo smart working, pare che nel 2022 cambiare vita sia più facile di quanto si pensi.
La Sicilia ha promosso diverse iniziative di questo tipo per favorire il ripopolamento e rilanciare l’economia di molti suoi paesi; anche in provincia di Trapani possiamo trovare alcune testimonianze.
È di qualche settimana fa la pubblicazione del secondo bando per la vendita a 1 euro di case a Calatafimi Segesta. Sono disponibili in tutto 42 immobili, acquisiti al patrimonio comunale dopo il terremoto del 1968, più 6 immobili di privati. Si può partecipare sino alle ore 12:00 del 30 novembre, ecco il link al bando. Come noto a noi trapanesi, il comune di Calatafimi Segesta vanta una posizione invidiabile. È un borgo medievale a due passi dal tempio dorico e dal teatro antico, e a pochi chilometri da altri luoghi d’interesse come Castellammare del Golfo e la riserva dello Zingaro, oltre che dalla stessa Trapani. Insomma, vale la pena pensarci seriamente.
E come non citare Salemi, tra le prime in Italia a sperimentare, circa 10 anni fa, il progetto case a 1 euro. Tra i proponenti anche l’allora sindaco Vittorio Sgarbi. L’attuale amministrazione comunale prosegue nell’iniziativa, ogni tanto con qualche stop, ma ecco il link agli immobili disponibili. Ricordiamo che la città è inserita nel prestigioso elenco dei Borghi più Belli d'Italia e nella Rete dei Castelli di Sicilia. Oltretutto, l'esperienza di Salemi sta per diventare una docuserie nel Regno Unito. Per realizzarla, la casa di produzione inglese Voltage TV ha acquistato una delle case messe in vendita dal comune. Si tratta di otto puntate presto in onda su Bbc One nelle quali saranno raccontate tutte le fasi di ristrutturazione dell'immobile.
Ma anche nelle altre province della nostra isola troviamo diversi comuni che hanno aderito al progetto “case a 1 euro” come Gangi, Petralia Soprana, Piazza Armerina, San Biagio Platani e tanti altri. Per saperne di più, basta visitare il sito dedicato. Si potrà scoprire che ai più abbienti Sambuca di Sicilia, eletto ‘Borgo dei Borghi’ nel 2016, propone una serie di immobili in vendita a… 2 euro! Tra l’altro, il comune era stato puntato anche da Airbnb lo scorso gennaio: il portale era andato infatti alla ricerca di una persona pronta a trasferirsi gratuitamente a Sambuca di Sicilia per diventare host di una “casa a 1 euro”, completamente ristrutturata e trasformata in un’abitazione di design.
C’è da domandarsi, infine, se queste iniziative nel complesso funzionano o meno. Dipende. In alcuni casi sono state un vero e proprio successo - e la maggior parte del merito va agli stranieri - , in altri si sono rivelate un flop. Talvolta i comuni hanno acquisito notorietà sul piano mediatico perché fra gli acquirenti c’erano uno o più VIP. Certo è che chi acquista deve farsi bene i conti in tasca mentre le amministrazioni devono certamente provvedere a promuovere altre iniziative a corredo, quali il miglioramento dei collegamenti con i capoluoghi di provincia e gli aeroporti, il potenziamento della connettività, gli incentivi all’imprenditorialità, giusto per citarne alcune.