Il 12 ottobre alcuni deputati della Lega - tra cui l’on. Domenico Furgiuele, l’on. Alberto Gusmeroli, l’on. Simone Billi, l’on. Ingrid Bisa e l’on. Umberto Pretto – hanno presentato un ddl per assegnare un bonus fino a 20 mila euro – in cinque quote annuali – per chi si sposa, ma solo se si sposa in chiesa.
Tra le voci delle spese da detrarre: fiori, abiti, bomboniere, parrucchiere, fotografo, rinfresco. I beneficiari dovrebbero essere: under 35, cittadinanza italiana da almeno 10 anni, reddito non superiore a 23 mila euro (o comunque non superiore a 11.500 euro a persona). Le spese, infine, sarebbero da sostenere esclusivamente nel territorio italiano.
Dopo il diluvio di critiche piovute ieri, il primo firmatario leghista, il deputato Furgiuele, ha già avviato una precipitosa marcia indietro: “La proposta di legge a mia prima firma, volta a incentivare il settore del wedding, che per questioni di oneri prevedeva un bonus destinato ai soli matrimoni religiosi, durante il dibattito parlamentare sarà naturalmente allargata a tutti i matrimoni, indipendentemente che vengano celebrati in chiesa o no».