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22/11/2022 06:00:00

Economia, i numeri della Sicilia. Aumenta il Pil, ma anche l'inflazione. E la sfiducia ... 

 + 5,8% per il PIL siciliano nei primi sei mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021, leggermente al di sopra della media nazionale. A mitigare la crescita però, la crisi energetica conseguente al conflitto Russia-Ucraina e l’inflazione al 10,4%, contro l’8,9% della media nazionale.

È quanto emerge dal report di aggiornamento congiunturale “L'economia della Sicilia” recentemente pubblicato da Bankitalia.

Nei primi sei mesi di quest’anno il tasso di occupazione per la popolazione tra i 15 e i 64 anni è salito di 2,5 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Pare che nel settore privato non agricolo si contino 57mila nuovi posti di lavoro da gennaio ad agosto.

Ma sono i contratti a termine a farla da padrone, per la precisione i 3/4 del totale. L’occupazione femminile, poi, si attesta ai livelli pre-pandemia. 223mila persone, 26mila in meno rispetto al 2021, percepiscono il reddito o la pensione di cittadinanza. Le famiglie beneficiarie di queste misure, in situazione di disagio economico quindi, rappresentano l’11,1% delle totali residenti in regione (l’incidenza è pari al 9,1% nel Mezzogiorno e al 4,5% nella media nazionale). Tutto ciò, unito all’aumento dei prezzi e ai rincari energetici, concorre a peggiorare il clima di fiducia delle famiglie e si ribalta, inevitabilmente, sui consumi, che si contraggono. E per gli acquisti che si compiono, si ricorre maggiormente al credito al consumo; stabile, invece, la domanda di mutui per l’acquisto di un immobile, sempre a livelli elevati.

Lato imprese, si punta sulle rinnovabili, in particolare sull’eolico: lo spaventoso aumento dei costi dell’energia ha, infatti, determinato la riduzione dei margini di guadagno e l’immancabile aumento dei prezzi. Se la produzione è stata in parte frenata dai maggiori costi, le esportazioni di merci sono aumentate in pressoché tutti i comparti. Nel complesso, comunque, il settore delle imprese industriali, dalla manifattura all’edilizia, cresce di qualche punto percentuale. E potrebbe continuare a crescere anche sulla base del PNRR: infatti, nei prossimi mesi gli enti assegnatari delle risorse potrebbero coinvolgere le imprese locali nella realizzazione di opere a vario titolo. Andamento positivo anche nel terziario. In particolare, i flussi turistici dei primi otto mesi del 2022 sono stati nettamente superiori a quelli dello stesso periodo del 2021, sia per la componente nazionale sia soprattutto per quella estera, che più si era ridotta per via delle restrizioni collegate alla pandemia.

Luci e ombre, in definitiva. Le imprese crescono sì ma non intravedono concrete prospettive di sviluppo della loro attività, e le famiglie arrancano per via dell’aumento dei prezzi e della precarietà del mercato del lavoro. Buoni i livelli di liquidità in entrambi i segmenti anche se in decrescita rispetto al passato. Un +5,8%, quindi, da interpretare sulla base di molti altri fattori. C’è anche da dire che buona parte dei confronti con l’anno passato vanno ritarati tenendo conto del periodo della pandemia, periodo durante il quale buona parte delle attività produttive hanno subìto uno stop obbligato. E forse il primo grande problema è il caro prezzi che non viene compensato da un adeguato potere d’acquisto: i salari sono, infatti, al palo da decenni.