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30/11/2022 09:01:00

In Sicilia i percettori del Reddito di Cittadinanza sono scesi in piazza

Protesta a Palermo dei percettori del reddito di cittadinanza. Numerosi beneficiari del sussidio sono scesi in piazza ieri per protestare contro le decisioni prese dal Governo Meloni che intende sensibilmente modificare la misura introdotta dal governo Conte. 

I manifestanti sono partiti da piazza Marina, per risalire corso Vittorio Emanuele e giungere in piazza Indipendenza, dove sono rimasti in presidio per tutta la mattinata, davanti alla sede della presidenza della Regione Siciliana.


La protesta era stata annunciata il 23 novembre scorso durante una conferenza stampa durante la quale gli organizzatori hanno lamentato la mancanza di solidarietà nei confronti dei percettori del Reddito da parte dell'esecutivo guidato da Giorgia Meloni. A Palermo i percettori del sussidio sono circa 60 mila e in Sicilia quasi 230 mila. 

«Il reddito di cittadinanza ha aiutato le persone in stato di indigenza, soprattutto nel periodo di pandemia che abbiamo attraversato. È stata una misura apprezzabile, ma certamente oggi occorre rivederla». Lo ha detto l’assessore regionale al Lavoro, Nuccia Albano, che ha voluto incontrare una delegazione dei manifestanti che ieri hanno sfilato a Palermo contro l’annunciata abolizione del sussidio, per manifestare l’attenzione del governo della Regione Siciliana nei confronti di questa vertenza.

«L'assessorato del Lavoro - annuncia Albano - si farà carico di indire un tavolo tecnico con le imprese del territorio per verificare quali siano le figure professionali di cui hanno maggior bisogno, così da poter attivare corsi di formazione, di apprendistato per provare a creare le condizioni per dare un lavoro dignitoso alle persone che oggi vivono con il reddito».

In Sicilia, da gennaio a ottobre 2022, secondo i dati Inps, ci sono stati 228.152 percettori del Rdc, il 17,7% del totale nazionale. Sul bilancio dello Stato, per la sola Sicilia, la misura incide mediamente per un miliardo di euro annui.

«La crescita delle bollette di luce e gas e del carrello della spesa rende ancora più povere le famiglie che versano in condizioni disagiate e il rapporto Svimez prevede a livello nazionale nuovi 770 mila poveri. Sono numeri allarmanti - conclude l’assessore - che non possono essere nascosti o minimizzati. Rappresenteremo al governo nazionale tutte le difficoltà del Sud».

“Uno strumento di civiltà, presente in tutta Europa, da difendere a tutti i costi, al di là di qualsiasi steccato ideologico. I centri per l'impiego andavano potenziati, c'erano i soldi stanziati dal governo Conte per fare 1200 assunzioni, ma il governo Musumeci ha perso tempo prezioso facendo partire solo ora i concorsi”.

Lo affermano il coordinatore siciliano del M5S Nuccio Di Paola e la deputata regionale 5 stelle Roberta Schillaci, componente della commissione Cultura, Formazione e Lavoro di palazzo d'Orleans, che ieri, assieme ai colleghi regionali Martina Ardizzone e Luigi Sunseri e ad altri parlamentari nazionali del M5S, hanno partecipato alla manifestazione indetta a Palermo in difesa del reddito di cittadinanza.

“Tanti percettori del reddito di cittadinanza – dice Di Paola – protestano   pacificamene e giustamente per difendere un diritto che hanno acquisito in questi anni e che ha permesso loro di vivere con dignità, dando anche una grossa mano all'economia locale, che ha benificiato, e non poco, dei soldi che questi cittadini hanno messo in giro. Non possiamo permettere che si torni indietro, gettando nella disperazione tantissime famiglie. Piuttosto si potenzino i centri per l'Impiego, per i quali il governo Musumei ha fatto poco o nulla. I concorsi per assumere 1200 persone, per i quali cerano i soldi stanziati dal governo Conte, sono partiti solo di recente con colpevolissimo ritardo”.

“Il M5S – afferma Schillaci - chiede subito l'apertura di un tavolo di confronto con il governo nazionale per rappresentare le difficoltà di una terra come la Sicilia che non sarà certamente in grado di offrire proposte lavorative, gettando nello sconforto tantissime famiglie. E in tal senso non incoraggia certamente il rapporto Svimez, che prevede 1 milione di poveri in più nel 2023, concentrati per lo più nel Meridione. Qui lavoro non ce n'è e quel poco che c'è deve passare per i centri per l'impiego, rendendolo obbligatorio”.


“L'assessore Albano, con cui abbiamo parlato, - continua Schillaci - ha solidarizzato con i rappresentanti dei percettori del reddito e ha detto che si impegnerà a far funzionare le politiche attive del lavoro e a farsi da portavoce presso il presidente Meloni per trovare soluzioni affinché si ripensi sul destino del reddito fin quando la Sicilia non sarà nelle condizioni di potere garantire un lavoro ai propri cittadini. Chiediamo inoltre che il presidente Schifani si faccia portavoce presso il governo Meloni per rivedere la riforma del Rdc prevista dall'esecutivo di Roma. La Sicilia, con il suo fragilissimo tessuto economico e occupazionale, non può sopportarla”.