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05/12/2022 06:00:00

Salemi, la vera storia del centro Kim 

 Prendere per oro colato l’esternazione di certi personaggi tralasciando di fare una verifica sul campo e’ tra le prime cose che un cronista non dovrebbe mai fare.

La pratica del copia-incolla firmato accade piu’ spesso di quando non si crede e in modo particolare in presenza di nomi altisonanti, alcuni giornalisti, anche di autorevoli quotidiani, vengono “rapiti” da un timore riverenziale che fa loro dimenticare delle piu’ elementari norme del mestiere. Quella semplice, ma “faticosa” di andare alla verifica sul campo.

E’ il caso di un articolo comparso qualche giorno fa sull’edizione on-line de “la Repubblica” con il titolo “Una donazione di 55 mila film, ma il Comune di Salemi li ignorò. Ora sono a New York. La rabbia di Sgarbi”. ùUna presunta notizia che in ogni caso risalirebbe all’aprile di quest’anno e il cui contenuto potrebbe ritorcersi contro chi ha lanciato certe accuse.

Di cosa si tratta, cercheremo di raccontarlo il più chiaramente e correttamente possibile. Essendo anche noi che scriviamo patiti del buon cinema e possedendo anche una collezione di alcune migliaia di film.

E’ la storia di Mr Yongman Kim, un coreano di New York, proprietario due decenni orsono circa di una collezione di circa 250mila film riprodotti in VHS e DVD.

Nel momento in cui prende atto di una crisi commerciale irreversibile, decide di donarla dopo averla frazionata in 60 lotti e lanciando l’offerta in tutto il mondo.

A Salemi, tramite l’intermediazione della Fondazione Clio, e’ Oliviero Toscano, assessore della giunta Sgarbi a intercettarla.

I lotti destinati a Salemi arrivano nella primavera del 2009 sono 13 per un ammontare di ben 55mila pezzi!

Segnatevi il numero delle opere e la data. Saranno illuminanti per capire fatti e misfatti.

L’evento dell’arrivo, non a Palermo, ma a Salemi, ebbe una risonanza mediatica nazionale.

L’immagine di quella motoape stracarica di scatoloni Kim, “spinta” da allegri “picciotti” (reclutati per la sceneggiata) lungo la salita in cui s’inerpico’ Peppino Garibaldi 150 anni prima, divenne un’icona mediatica.

Come a voler fare intendere che una intera comunità cinefila stesse in strada a celebrare la rinascita di Salemi attraverso il Cinema. Cosa che nemmeno a Venezia o a Cannes!

Un prezioso carico di scatoloni contenenti tra le più rappresentative opere cinematografiche della storia del Cinema.

Pellicole rare, a volte introvabili come “La Madre” del sovietico Dovzenko, “L'Arrivée d'un train en gare de La Ciotat” dei Fratelli Lumière, tanto per citarne qualcuna.

E quasi tutti i film della nouvelle vague francese, o del neorealismo italiano, esemplari del Cinema Giapponese, del Cinema Indipendente Americano, del Cinema Sovietico e Asiatico.

Ma anche tanta paccottiglia di genere, ivi compresa una ricca rassegna di divi del porno, di cui qualcuno ebbe la sfrontatezza di dichiarare di averne apprezzato in solitudine le prestazioni.

Un pirotecnico periodo di annunci di eventi tutti collegati al cinema caratterizzò l’Amministrazione di Sgarbi. Purtroppo tutti destinati a rimanere annunci.

Da un improbabile festival delle Religioni, al coinvolgimento addirittura della Biennale di Venezia (sic).

"La renderemo fruibile e la valorizzeremo – dichiarò scoppiettante Sgarbi - Abbiamo avviato contatti anche con la Biennale di Venezia: penso che per il futuro possa nascere una proficua collaborazione".

Mentre il benettoniano Toscani si spinse oltre l’iperbole.

Fino a sentenziare profeticamente che: "I newyorkesi sono molto arrabbiati per il fatto che la collezione sia finita in Sicilia. E' accaduto perché Salemi è il futuro mentre New York è il passato!”.

Una sorta di novella Fiume di dannunziana memoria. Una Alicyawood del 21° millennio!

In questa fantasmagorica foga di avveniristici propositi volete che non si facesse avanti anche il governo di destra di della Regione Siciliana?

Viene finanziato, con sorprendente sollecitudine, per una somma di 867 mila euro un progetto biennale Gi.a.c.s., (capofila Arcidonna, partner Comune di Salemi e Associazione Cici) presentato nell'ambito del Programma “Apq Giovani protagonisti di sé”.

Nessuna meraviglia. Il breve periodo della sindacatura di Sgarbi fu tutto un susseguirsi di eventi in cui dominava solo l’aspetto scenografico. (Emblematico, appena insediatosi, il matrimonio civile celebrato “en plain air”, come su un set cinematografico, in cui l’officiante sindaco prediceva allo sposo novello future “corna”, tra lo sghignazzo generale dei presenti, ivi compreso il vescovo di Mazara Mogavero!).

Di quanto in modo fantasmagorico fu proclamato non solo non se ne fece nulla, ma cominciarono a volare gli stracci tra gli assessori dell’amministrazione Sgarbi.

Ad innescare la miccia, l’assessore Oliviero Toscani.

Invia una lettera di fuoco al governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, denunciando che “la collezione Kim "sta marcendo all'umido, in mezzo a topi e scarafaggi".

Insorge il vice sindaco Antonella Favuzza, sempre bene informata, smentendolo: "L'archivio dei film è integro e custodito in ottime condizioni. Tra l'altro è attualmente oggetto di un lavoro di catalogazione e digitalizzazione”.

Rincara la dose l’Assessora Antonina Grillo: “ Toscani e’ un bugiardo, da mesi non mette piede a Salemi!”.

Nel febbraio del 2010 Sgarbi viene costretto a dimettersi. L’accusa: infiltrazioni mafiose al Comune di Salemi. Arriva il commissario Guglielmo Serio.

Le accuse di Toscani sullo stato dei finiscono sull’Ansa e sulle maggiori testate nazionali.

L’agenzia di stampa testualmente: “Centinaia gli scatoloni ancora per terra e in maniera provvisoria e sistemati alla rinfusa, mentre una sola parete ospita i film finora catalogati: 3582 su un totale di 55 mila titoli. Le altre sale del museo sono vuote: né un tavolo, né una sedia, nessuna traccia di computer o materiale informatico. Un elenco dei film che sono stati regalati da mister Yongman Kim non si trova”.

Accuse rimaste nel vuoto. L’assessora Antonina Grillo, referente del progetto, in un lunghissimo comunicato smentisce tutto, a cominciare dal numero dei supporti visivi. Non sono 55 mila ma 46 mila (9mila in meno). L’ammontare del progetto finanziato non di 867 mila, come riportato dall’Ansa, ma “appena” di 272 mila euro, di cui, fino a quella data, spesi solo 14 mila euro circa.

E poco conta che Mr. Kim, nel donare la collezione, aveva posto tre condizioni: l’aggiornamento della cineteca, la libera fruizione da parte dei cittadini e la messa in sicurezza.

Comincia già allora il balletto dei numeri.

L’ultima cifra, in ordine di tempo, la fornirono i volontari dell’Associazione ‘Cuncuma’. “Sarebbero circa 38 mila”, precisarono.
Dove finirono allora gli altri 17 mila? “Alcuni giurano di averli visti su Ebay, altri su Amazon o piattaforme analoghe”, dichiarò tempo fa ad una giornalista l’ex esperto culturale del comune Giuseppe Maiorana.
La verità e’ che, non essendo mai stato fatto un serio inventario del materiale arrivato, non si e’ mai saputo il numero esatto degli audiovisivi.

Ecco perché appare tardivo e fuorviante l’articolo de la Repubblica sopra citato che dopo dodici anni riporta le lamentele di Sgarbi e di Toscani la scomparsa di ben 17 mila film e la decisione da parte dell’attuale amministrazione comunale di siglare un accordo con Kim che prevede la consegna in comodato d’uso allo stesso mecenate per un periodo di 20 anni.

Una decisione presa, ob torto collo, per salvare il salvabile presa dal sindaco Domenico Venuti e che denuncia l’impotenza di potere pensare in grande in questa nostra terra di Trinacria.

Da qui le tardive grida manzoniane del duo Sgarbi-Toscani . "Se ci fossi ancora io alla guida della città tutto questo non sarebbe mai successo e avrei certamente chiesto un finanziamento al ministero perché questo importante patrimonio si sarebbe potuto valorizzare diversamente". La verità e’ che lui c’e’ stato e nessuno gli impedito di farlo quando era suo compito istituzionale.

Stessa cosa per Toscani che non perde occasione per vomitare il suo solito repertorio antisiciliano: "Se lo meritano – ha dichiarato felice il fotografo milanese - queste cose possono accadere solo in Sicilia e i salemitani non se la meritavano questa collezione preziosa, finalmente la collezione e’ tornata in America”, contraddicendo quanto aveva dichiarato nel 2009.

Il sindaco Domenico Venuti, ha replicato dicendo quando e’ arrivato alla guida della città la collezione Kim era già in stato di abbandono, così come altre tante iniziative dell'era Sgarbi-Toscani rimaste soltanto degli spot.

Precisando che "la collezione è arrivata a Salemi nel 2009 e il duo Sgarbi-Toscani l'ha abbandonata, interrompendo i rapporti con Kim che sulla vicenda avrebbe tante cose interessanti da dire”.

E poi l’affondo: “ Spieghino, piuttosto, Sgarbi e Toscani, come è stato possibile che molti film, durante la loro gestione, siano anche scomparsi.”

Per poi concludere: “Noi abbiamo lavorato a lungo per la catalogazione di questo importante tesoro culturale, che non era mai stata fatta dalla precedente Amministrazione, e per recuperare il rapporto con Kim. Lo abbiamo ospitato questa estate ed è stato felice di ricevere la cittadinanza onoraria di Salemi. La digitalizzazione dei film è a buon punto e siamo riusciti a ripristinare un rapporto di collaborazione tra pari, portando a casa un accordo che consente di valorizzare la collezione qui a Salemi e a New York. La proprietà della collezione, inoltre, resta del Comune di Salemi e abbiamo tanti progetti in campo per la sua fruizione, come quello del Festival del Cinema iniziato questa estate".

In tutta questa storia rimangono una serie di domande rimasta in tutto questo tempo senza risposte certa e incontrovertibili.

Quando la collezione giunse sul colle di Alicya nella lontana primavera del 2009, da parte dell’Amministrazione fu predisposta una verifica immediata sul contenuto effettivo degli scatoloni?

Ci fu un ufficio comunale che prese ufficialmente in carico la merce arrivata?

Ci fu qualcuno che mise nero su bianco il numero dei supporti visivi? Erano 55mila, 42mila o 37milla, come e’ stato ripetuto alternativamente in questi dodici anni?

Quando dall’ allora presidente della Regione, arrivarono all’incirca 300 mila euro per la catalogazione e la digitalizzazione del materiale visivo, sindaco e Assessore cosa decisero? Chi ha controllato la situazione?

E’ vero che i soldi non si sa bene come siano stati spesi? E’ vero che la catalogazione non e’ stata fatta a regola d’arte malfatta e solo per pochissimi esemplari?

E’ vero che essa ebbe inizio solo nel 2012 e che di essa nulla mai è stato accertato e registrato?

E infine, ma non per meno importanza. C’e’ Marco Bagarella, raffinato cinefilo che con la sua Associazione di volontariato ha tentato il tutto per tutto, trovandosi davanti ad un muro di gomma che oggi con tanta vigore esterna la sua indignazione. Cosa che gli accade raramente.

Non ci sto”- grida con rabbia- a far passare Salemi come terra di zotici avvoltoi, non mi garba... Conservo le carte, quindi parlo a ragion veduta e disponibile a qualsiasi confronto... Con protocollo comunale del 21/05/09, il sottoscritto ed altri appassionati cinefili del circondario, si chiedeva espressamente una collaborazione gratuita per archiviare, scannerizzare, digitalizzare, implementare (a nostre spese!) e far fruire pubblicamente la sezione del Silent Cinema compresa nella Kim's Video (almeno sulla carta, 950 supporti tra VHS e DVD, alcuni rarissimi e fuori catalogo)... Nessun riscontro scritto esiste a questa circostanziata richiesta di collaborazione, mentre verbalmente ci venne rivolto il solito ed italico, "La ringrazio, la chiameremo noi"... In data 03/06/09, raccogliendo il fervore e l'attesa, palpabili in quei giorni in tutti i pochi ma qualificati cinefili salemitani, protocollai una seconda richiesta; "Il cinema secondo Kim", proponendo 60 proiezioni su grande schermo (divise in tre sezioni tematiche, "Ombrelettriche", "Sicilia mon amour", "Nocturno"), di titoli tutti tratti dalla collezione newyorchese appena giunta a Salemi... A questa nuova tesa di mano, non seguì né riscontro formale e né informale e da quel che mi risulta di persona, i supporti, per molto tempo lasciati incustoditi, furono abbandonati negli scatoloni ben dopo il 2011... Quindi, di grazia e civilmente, vorrei capire quale reale contributo hanno dato il sottosegretario Sgarbi e l'uomo di cultura Toscani per lo studio, la conservazione, la catalogazione, la digitalizzazione e la promozione della Kim's Video Collection”.

Parole di fuoco, come si vede, che gridano vendetta.

Ma vallo a dire a certa pubblicistica sempre prona al potente di turno!

Mentre da parte nostra auspichiamo che non si tratti, ancora una volta, dell’ennesima “vox clamantis in deserto”.

Franco Ciro Lo Re