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15/12/2022 06:00:00

  I mille problemi di Marsala. Ma la politica pensa a passerelle e giochi di potere

Marsala, una città mille problemi. Potrebbe essere il titolo di un libro, invece è la triste storia della quinta città della Sicilia, che vede problemi di vecchia data mai risolti e altri che vengono puntualmente ignorati.
Da settimane oramai non sono più funzionanti i principali semafori della città, sono così tanti che è difficile anche elencarli.

Un attentato quotidiano alla sicurezza della viabilità dei cittadini, con ingorghi che si verificano puntualmente.
A nulla sono valsi gli appelli dei cittadini, puntualmente l’amministrazione comunale ignora.

Stessa cosa per l’illuminazione pubblica, intere strade al buio. Come rotonda della circonvallazione al buio da più di un anno, un pericolo costante per tutti. Anche questo problema ignorato, tutto viene preso in maniera superficiale da questa amministrazione, che però non perde tempo e manco modo di fare passerelle e foto.

Se ad oggi si presentassero al cospetto del voto cittadino potrebbero nascondersi. Gli assessori non si sa più a chi rispondano se non direttamente al sindaco, qualcuno dell’MNA ha vociferato che loro non hanno assessori in giunta, quindi Giuseppe D’Alessandro, Giacomo Tumbarello e Arturo Galfano a chi rispondono? In verità Galfano non è mai stato interno al Movimento VIA, ha semplicemente allestito una lista e messa in appoggio alla candidatura del sindaco Massimo Grillo.
Almeno lui può vantare non solo la lista ma pure i voti, cosa che non si può di altri.
Il sindaco Grillo è stato molto bravo politicamente, più bravo di sedicenti politici che pensavano di piazzare uomini e donne e invece si sono ritrovati con un pugno di mosche e pure isolati.
Grillo è un politico, non si può dire sia un bravo amministratore, di certo ha saputo creare tutte le condizioni per isolare gli alleati che sono diventati singoli cespugli e che quindi sono fortemente depotenziati.

Stessa cosa per il presidente del consiglio comunale, Enzo Sturiano, nelle sue passate consiliature era il deus ex machina, sapeva organizzare i consiglieri, aveva un gruppo che riusciva a schierare pro o contro. Adesso è solamente il presidente del consiglio, che sarà destinato a restare un consigliere comunale se non deciderà ora cosa fare da grande.

Grillo lo ha avvicinato, lo ha captato e lo ha depotenziato.
In questi giochi politici non c’è cura della città, vedasi Piazza della Repubblica, l’unica piazza del centro storico, che vede un agglomerato di sedie e tavoli con ombrellone chiuso tutto circondato da catena di ferro.

Pare che il bar abbia pagato il Suap. Ma questo non dovrebbe consentire, almeno per una questione di decoro, di utilizzare la piazza principale della città in un deposito.
Complici tutti i consiglieri comunali, che ogni giorno si ritrovano a salire e scendere da Palazzo VII Aprile per commissioni varie. Fossero così ligi come quando chiedono il gettone di presenza ci sarebbe una città guardata a vista e assolta al dovere per cui sono stati eletti.